Da APCom del 31/03/2006
Energia: Rifkin "su rinnovabili siamo tutti un po' in ritardo"
Venezia - "Sulle energie rinnovabili siamo tutti un po' in ritardo". Così Jeremy Rifkin, fondatore e presidente della "Foundation On Economic Trends-Usa" intervenuto al convegno sull'energia del futuro organizzato dalla Coldiretti e dall'Istituto Ambrosetti a Venezia.
L'economista americano ha poi sottolineato che per i prossimi anni sarà necessario "abbandonare la dipendenza dal petrolio, dall'energia fossile e nucleare", insomma - ha spiegato Rifkin - "abbandonare l'energia del ventesimo secolo per costruire una partnership mondiale tra pubblico e privato che coinvolga governi, imprese e società civile per perseguire con forza la politica dell'energia rinnovabile e la possibilità di immagazzinare l'idrogeno per preservare la capacità produttiva".
Rifkin ha quindi parlato di una "terza rivoluzione industriale" che dovrebbe interessare l'economia mondiale nei prossimi anni.
Lo studioso americano ha quindi ribadito la necessità di "andare verso l'economia ad idrogeno abbandonando i combustibili basati su carbonio che è alla base del riscaldamento globale, dell'indebitamento del Terzo mondo, dell'aumento del prezzo del petrolio e causa delle tensioni in Medio Oriente". Rifkin ha, quindi, auspicato che in Italia, in Europa e nel mondo la principali missione civilizzatrice "muova verso una terza rivoluzione industriale per dare nuovo impulso all'economia perché - ha aggiunto - non si può crescere in una economia che si trova alla fine del suo ciclo energetico".
Rispondendo alle domande dei cronisti sulla possibile reazione a un cambio di rotta energetico da parte delle società petrolifere Rifkin ha replicato: "Sicuramente sarà un problema anche se questa situazione dovrebbe essere vista come una opportunità e non come un impedimento".
Rifkin ha spiegato di aver più volte confronti con le compagnie petrolifere e che il suo messaggio riguardante l'energia, per tutte è sempre stato lo stesso "svegliatevi perché questa domanda viene dal basso, dal mondo degli affari, dalle autorità locali e dalle regioni che vogliono un'energia distributiva".
Rifkin ha ricordato che "in 18 Regioni italiane su 21 le aziende hanno dichiarato che il loro obiettivo è di andare verso un'economia ad idrogeno e verso l'uso delle rinnovabili da qui ai prossimi anni".
L'economista americano ha poi sottolineato che per i prossimi anni sarà necessario "abbandonare la dipendenza dal petrolio, dall'energia fossile e nucleare", insomma - ha spiegato Rifkin - "abbandonare l'energia del ventesimo secolo per costruire una partnership mondiale tra pubblico e privato che coinvolga governi, imprese e società civile per perseguire con forza la politica dell'energia rinnovabile e la possibilità di immagazzinare l'idrogeno per preservare la capacità produttiva".
Rifkin ha quindi parlato di una "terza rivoluzione industriale" che dovrebbe interessare l'economia mondiale nei prossimi anni.
Lo studioso americano ha quindi ribadito la necessità di "andare verso l'economia ad idrogeno abbandonando i combustibili basati su carbonio che è alla base del riscaldamento globale, dell'indebitamento del Terzo mondo, dell'aumento del prezzo del petrolio e causa delle tensioni in Medio Oriente". Rifkin ha, quindi, auspicato che in Italia, in Europa e nel mondo la principali missione civilizzatrice "muova verso una terza rivoluzione industriale per dare nuovo impulso all'economia perché - ha aggiunto - non si può crescere in una economia che si trova alla fine del suo ciclo energetico".
Rispondendo alle domande dei cronisti sulla possibile reazione a un cambio di rotta energetico da parte delle società petrolifere Rifkin ha replicato: "Sicuramente sarà un problema anche se questa situazione dovrebbe essere vista come una opportunità e non come un impedimento".
Rifkin ha spiegato di aver più volte confronti con le compagnie petrolifere e che il suo messaggio riguardante l'energia, per tutte è sempre stato lo stesso "svegliatevi perché questa domanda viene dal basso, dal mondo degli affari, dalle autorità locali e dalle regioni che vogliono un'energia distributiva".
Rifkin ha ricordato che "in 18 Regioni italiane su 21 le aziende hanno dichiarato che il loro obiettivo è di andare verso un'economia ad idrogeno e verso l'uso delle rinnovabili da qui ai prossimi anni".
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