Da La Repubblica del 06/11/2005

Il teologo viennese interviene nel dibattito creazionisti-evoluzionisti. "La scienza? Affascinante ma delimitata"

"C'è un Disegno nell'universo"

Schoenborn: Darwin sbaglia, Dio guida ciò che ha creato

di Marco Politi

ROMA - «Negare un piano, un "design" nell'universo sarebbe un'abdicazione dell'intelletto». Il cardinale teologo Christoph Schoenborn di Vienna interviene nel dibattito esploso tra creazionisti ed evoluzionisti. E' talmente convinto dell'importanza del tema che a partire da ottobre vi sta dedicando una predica al mese nel duomo di Vienna.

Cardinale Schoenborn, il discorso su Darwin è così cruciale?
«E' decisivo, perché dal problema della creazione dipendono tante altre questioni, anche nel campo della convivenza umana. E' l'uomo un prodotto del Caso o è voluto? E' il mondo un prodotto del Caso oppure dietro all'affascinante nascere e divenire dell'evoluzione di questo mondo c'è un senso, un piano? Oppure, come ha detto il biologo e premio Nobel Jacques Monod, noi siamo semplicemente zingari solitari al bordo dell'universo?».

Lei afferma che l'evoluzione è compatibile con la fede cristiana, ma parla di limiti.
«I progressi della scienza sono un capitolo tra i più affascinanti nella storia del nostro tempo. I suoi enormi successi sono stati raggiunti, peraltro, attraverso una delimitazione metodica. Ci si è limitati strettamente e del tutto consapevolmente a ricercare soltanto ciò che poteva essere misurato e contato. Ma ogni delimitazione comporta anche dei confini e dunque sono "rimaste fuori" tutte le questioni che riguardano il perché dell'esistenza, da dove veniamo, dove andiamo»

Quindi?
«Se gli scienziati affermassero che quanto hanno scoperto esaurisce tutta la realtà, si avrebbe un superamento dei limiti. E allora si deve replicare, non tanto per motivi di fede ma per motivi di ragione: "Questo è troppo poco". L'intelligenza umana va oltre il misurabile e l'enumerabile. Arriva anche alle grandi questioni metafisiche, alla domanda di senso».

Qual è la sua conclusione?
«La ragione è in grado di riconoscere nell'universo un ordine, un senso, una connessione o, come ho scritto sul New York Times, un Design».

In fondo anche Darwin riconosceva Dio.
«Darwin nella seconda edizione del suo libro "L'origine delle specie", un capolavoro che appartiene ai grandi testi della letteratura mondiale, aggiunge una frase finale in cui definisce "sublime" il fatto che il Creatore abbia "inspirato il germoglio di ogni vita" a pochissime forme o solo un'unica forma, da cui si è sviluppata la molteplicità attraverso il processo dell'evoluzione. Questa visione del Creatore noi la chiamiamo deismo dal punto di vista teologico e filosofico. Cioè, si riconosce un posto al Creatore, ma solo all'origine. Poi, per così dire, lui lascerebbe correre la sua creazione nella piena autonomia delle proprie regole, senza intervenire».

E la posizione del cardinale Schoenborn?
«La fede nella creazione, dice Tommaso di Aquino, significa anche credere sempre che il Creatore abbia non solo creato, ma sostenga, mantenga e guidi la creazione al suo traguardo. Chi afferma che Dio non guida l'universo, nega anche che vi sia un Creatore».

Il Creatore interviene in ogni passaggio?
«Credo che Darwin avesse già difficoltà nello spiegare certi passaggi nell'evoluzione, specie quelli dalle forme inferiori a quelle superiori, nei vari gradini dello sviluppo fino alla comparsa dell'uomo. L'idea deista era che Dio crea qualcosa all'inizio e poi ripara occasionalmente degli elementi con singoli interventi. Nella visione di Darwin il ricorso a questi interventi viene reso superfluo attraverso il meccanismo dell'evoluzione e ciò rappresentava uno degli obiettivi della sua teoria».

Per i creazionisti Dio è una sorta di orologiaio, che fa le messe a punto.
«No, certamente. Però c'è un aspetto fondamentale da sottolineare: il Creatore non è esterno alla sua creazione, non interviene come un meccanico che aggiusta l'auto o un orologiaio che ripara l'orologio e nemmeno come un medico che aggiusta un organo del corpo. Il Creatore, come dice sant'Agostino, è Superior summo meo, Interior intimo meo. Cioè, è il grande Trascendente e il tutto Immanente. Tutto ciò che è, può esistere solo perchè viene sostenuto dall'Essere assoluto».

Chi lo può provare?
«Questo "venir sostenuto" non può essere verificato dai metodi delle scienze naturali ed è anche un errore dei fondamentalisti, dal canto loro, pensare di poter verificare scientificamente singoli interventi divini. Dal punto di vista della fede dobbiamo dire, tuttavia, che tutto ciò che esiste ed è in movimento e ha causa ed effetto presuppone una Causa Trascendente, che mantiene l'universo e lo conduce al traguardo».

Non è un'idea molto vicina al Disegno Intelligente dei creazionisti americani?
«Le scuole di pensiero sono varie, non voglio entrare nelle dispute. Io chiamo Design ciò che ogni uomo può riconoscere alla luce della ragione. I metodi scientifici, nei loro limiti angusti, non possono verificare necessariamente questo Design, ma lo scienziato è anche un uomo dotato di ragione, capace di guardare al di là dei confini della sua scienza. Negare nell'insieme un Design sarebbe un'abdicazione dell'intelletto. Quando guardiamo alle incredibili sfumature e agli accordi sottilissimi, che regolano il cosmo, la ragione ci dice: "Qui è all'opera una Razionalità". In questo senso la mia posizione non si richiama alla fede, ma alla ragione. La Chiesa qui difende la ragione. Perché, come afferma Paolo nella lettera ai Romani, con la luce della ragione umana possiamo riconoscere l'esistenza di una Ragione, che sta dietro a tutte le realtà».

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