Da Corriere della Sera del 21/05/2004
Marzano convoca i vertici dell’Authority per l’energia e le società della rete. Attesa per la riunione dell’Opec
Un vertice per frenare il caro-bollette
Continua l’effetto petrolio: sopra 41 dollari a New York. Benzina fino a 1,18 euro al litro
di Mario Sensini
ROMA - C’è poco da fare. Le bollette dell’energia potranno diminuire solo da gennaio del 2005, quando la neonata Borsa elettrica comincerà a funzionare a regime. E a luglio, grazie all’impennata delle quotazioni del greggio, ieri stabili sui 41 dollari al barile, si rischia un nuovo aumento dei prezzi al consumo del 2%. «Un guadagno di efficienza, costi inferiori per i clienti finali e maggiore flessibilità saranno possibili solo a partire dal gennaio 2005, quando la domanda di energia potrà partecipare alla Borsa in modo attivo» si legge in una nota delle Attività produttive dopo un incontro tra il ministro Antonio Marzano e i vertici dell’Autorità dell’Energia, del Gestore della rete di Trasmissione Nazionale, del Gestore del Mercato Elettrico e dell’Acquirente unico. La riunione era stata convocata da Marzano per «individuare i possibili interventi» tesi ad evitare che le tensioni sui prezzi della Borsa elettrica si potessero trasferire al consumo grazie ai nuovi meccanismi di determinazione dei prezzi (una media ponderata degli acquisti in Borsa, «dove si concentra - dice il ministero - l’offerta più costosa», e dei contratti bilaterali). Nella settimana chiusa il 16 maggio, la Borsa elettrica italiana, dove oggi opera un solo acquirente, ha fatto registrare un prezzo medio del magawattora di 57 euro, di gran lunga il più alto d’Europa (23,9 euro la quotazione media della Borsa in Spagna, 31,12 in Francia, 37,17 in Germania), anche se l’amministratore delegato Sergio Agosta ritiene ancora «prematuro» l’allarme sull’aumento della bolletta di luglio.
Il governo, nel frattempo, si muove anche per scongiurare altri guai dovuti al rincaro del greggio. Il ministero dell’Economia ha confermato di avere allo studio un meccanismo fiscale di stabilizzazione dei prezzi del carburante, anche se difficilmente se ne parlerà oggi al Consiglio dei ministri. Ieri Agip e Ip hanno nuovamente rialzato i prezzi di benzina e gasolio, in media di un millesimo di euro al litro. In alcuni distributori il prezzo ha così toccato quota 1,18 euro. E mentre il presidente dell’Opec (l’organizzazione si riunirà nel fine settimana) spiega che l’organizzazione non può far molto per contenere i prezzi, tra il governo e l’Unione petrolifera scoppia anche la polemica. Per Mario Baldassarri, vice ministro dell’Economia di An, le compagnie sono troppo veloci ad aumentare i prezzi al consumo e troppo lente a diminuirli quando scende il petrolio. «Se avessimo recuperato per intero i maggiori costi del greggio nei primi 5 mesi - replicano i petrolieri - la benzina oggi costerebbe 5 centesimi al litro in più».
Il governo, nel frattempo, si muove anche per scongiurare altri guai dovuti al rincaro del greggio. Il ministero dell’Economia ha confermato di avere allo studio un meccanismo fiscale di stabilizzazione dei prezzi del carburante, anche se difficilmente se ne parlerà oggi al Consiglio dei ministri. Ieri Agip e Ip hanno nuovamente rialzato i prezzi di benzina e gasolio, in media di un millesimo di euro al litro. In alcuni distributori il prezzo ha così toccato quota 1,18 euro. E mentre il presidente dell’Opec (l’organizzazione si riunirà nel fine settimana) spiega che l’organizzazione non può far molto per contenere i prezzi, tra il governo e l’Unione petrolifera scoppia anche la polemica. Per Mario Baldassarri, vice ministro dell’Economia di An, le compagnie sono troppo veloci ad aumentare i prezzi al consumo e troppo lente a diminuirli quando scende il petrolio. «Se avessimo recuperato per intero i maggiori costi del greggio nei primi 5 mesi - replicano i petrolieri - la benzina oggi costerebbe 5 centesimi al litro in più».
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