Da asianews.it del 21/03/2006
Originale su http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=5693
Malesia: ministro della Giustizia appoggia l’abolizione della pena di morte
Per Nazri Aziz “una vita è una vita. Nessuno ha il diritto di privare una persona della sua esistenza, anche se questi è un omicida”. Dal 1970 ad oggi, il governo ha condannato a morte 359 persone: 15
Kuala Lumpur – Il ministro della Giustizia malaysiano si è detto favorevole all’abolizione della pena di morte nel Paese. “Per me – ha detto Nazri Aziz, capo del dicastero legale, durante un’intervista ad un giornale locale – una vita è una vita. Nessuno ha il diritto di privare una persona della sua esistenza, anche se questi è un omicida”.
L'affermazione del ministro si riferisce alla campagna lanciata il 17 marzo scorso dal Consiglio nazionale per l’abolizione: “Approvo la proposta – ha aggiunto – ed è un argomento di cui dovremmo discutere a fondo”.
Il Consiglio ha lanciato la proposta definendo la pena capitale “barbarica, inumana ed in ogni caso deterrente insufficiente a fermare la criminalità” ed ha chiesto un’immediata moratoria per tutte le sentenze di morte in attesa di essere eseguite.
Per il ministro, questo non è possibile: “La pena di morte fa parte del nostro sistema giuridico da molto tempo. Essa è legata in maniera intrinseca a tutto il sistema sociale: la cosa più probabile è che, dopo attenta discussione su ogni lato del problema, il procuratore nazionale parli al governo a favore dell’abolizione”.
La Malaysia è uno dei 76 Paesi che prevedono la pena di morte: essa viene comminata agli omicidi, a chi offende il re ed agli spacciatori di eroina, cocaina, oppio e marijuana. Per il codice penale nazionale, la detenzione di stupefacenti equivale allo spaccio.
Un giudice può emettere a sua discrezione una condanna di morte – che avviene per impiccagione - anche per crimini come sequestro di persona, associazione a delinquere ed incitamento alla violenza contro l’ordine costituito.
Dal 1970, la Malaysia ha impiccato 359 persone - 40 negli ultimi dieci anni – in maggior parte per crimini legati alla droga. Al momento vi sono 159 detenuti nel braccio della morte.
L'affermazione del ministro si riferisce alla campagna lanciata il 17 marzo scorso dal Consiglio nazionale per l’abolizione: “Approvo la proposta – ha aggiunto – ed è un argomento di cui dovremmo discutere a fondo”.
Il Consiglio ha lanciato la proposta definendo la pena capitale “barbarica, inumana ed in ogni caso deterrente insufficiente a fermare la criminalità” ed ha chiesto un’immediata moratoria per tutte le sentenze di morte in attesa di essere eseguite.
Per il ministro, questo non è possibile: “La pena di morte fa parte del nostro sistema giuridico da molto tempo. Essa è legata in maniera intrinseca a tutto il sistema sociale: la cosa più probabile è che, dopo attenta discussione su ogni lato del problema, il procuratore nazionale parli al governo a favore dell’abolizione”.
La Malaysia è uno dei 76 Paesi che prevedono la pena di morte: essa viene comminata agli omicidi, a chi offende il re ed agli spacciatori di eroina, cocaina, oppio e marijuana. Per il codice penale nazionale, la detenzione di stupefacenti equivale allo spaccio.
Un giudice può emettere a sua discrezione una condanna di morte – che avviene per impiccagione - anche per crimini come sequestro di persona, associazione a delinquere ed incitamento alla violenza contro l’ordine costituito.
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