Da RaiNews24 del 05/11/2006
Originale su http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=65121

Iraq: Saddam Hussein condannato a morte per impiccagione

Baghdad - Saddam Hussein e' stato riconosciuto colpevole dall'Alta Corte Penale irachena per l'assassinio di 148 sciiti a Dujail nel 1982 e condannato all'impiccagione. La giuria ha riconosciuto l'ex presidente iracheno colpevole di crimini contro l'umanita'. Saddam è apparso scosso, ma ha urlato subito: "Allah Akbar", Dio è grande e "lunga vita alla nazione".


LE ALTRE CONDANNE

Condannati a morte anche Barzan al Tikriti, fratellastro di Saddam Hussein e l'ex presidente del tribunale rivoluzionario Awad al Bandar.

Ergastolo per l'ex vicepresidente Taha Yassin Ramadan.

Mohammed Azawi Ali, responsabile del partito Baath nella regione di Duijal, coimputato di Saddam Hussein al processo per l'uccisione di 148 sciiti nel 1982, e' stato assolto per insufficienza di prove. Altri tre imputati nel processo per la strage di Dujail, Abdallah Kadhem Roueid, il figlio Mezhar Abdallah Roueid et Ali Daeh sono stati condannati a 15 anni per omicidio volontario.


INIZIERA' GIA' DOMANI LA PROCEDURA D'APPELLO

Lo ha annunciato il giudice inquirente Raed Juhi, dell'Alta corte di Baghdad.

Come prevede la legge irachena, in caso di pena capitale scatta automaticamente la procedura di appello. Una nuova corte di nove giudici valutera' i fascicoli processuali riguardanti l'ex presidente iracheno, il fratellastro Barzan al Tikriti e l'ex giudice Hawad Amad al Bandar.

Il riesame, ha spiegato Juhi, andra' avanti per circa un mese. Ma, ha aggiunto, "la corte d'appello non ha fissato una data per l'annuncio della sua decisione". Se dovessero emergere irregolarita' formali o sostanziali, sara' disposto un nuovo processo. In caso contrario, varra' il verdetto deciso dall'Alta corte e le condanne dovranno essere eseguite entro 30 giorni.


TALABANI: UN PROCESSO EQUO

Il presidente iracheno Jalal Talabani, in visita in Francia, ha definito "equo" il processo a Saddam Hussein ma non intende commentare la condanna a morte inflitta dall'Alta Corte Penale di Baghdad all'ex rais, "per rispettare l'indipendenza della Corte e non influire sull'andamento della vicenda giudiziaria".

Il verdetto della Corte e' stato immediatamente condannato dal responsabile del secondo blocco sunnita in parlamento, Salih al Mutlaq, che ha ipotizzato un'ulteriore spargimento di sangue tra sunniti e sciiti. "La decisione non e' stata saggia e il governo, non la Corte ha superato i limiti con questa sentenza", ha commentato al Mutlaq ad al Arabiya.


I DIFENSORI: È UNA PARODIA DELLA GIUSTIZIA

"Questa e' una parodia della giustizia", ha dichiarato il legale Bushra al-Khalil da Amman, dove hanno fatto base i difensori di Saddam. Si tratta, ha aggiunto, "di un verdetto che arriva da una corte finta e illegale creata dagli occupanti americani", ha aggiunto, "che non avrebbe mai potuto assicurare un processo giusto".


COLPI DI MORTAIO A BAGHDAD

Gli iracheni hanno accolto con sentimenti opposti la sentenza di condanna a morte pronunciata questa mattina dall'Alta Corte Penale irachena ai danni di Saddam Hussein. Violenti scontri con la polizia sono scoppiati a nord di Baghdad, nel distretto sunnita di Azamiyah dove, subito dopo la lettura della sentenza si sono uditi colpi di mortaio. A Tikrit, citta' natale del rais, circa mille persone stanno marciando contro il verdetto, denunciandoil processo come una macchinazione statunitense. Colpi d'arma da fuoco sono stati sparati in aria, per festeggiare la sentenza, in altre aree del paese a prevalenza sciita. Celebrazioni sono in corso a Sadr City, sobborgo sciita della capitale, e a Dujail, teatro della strage negli anni Ottanta.

"La condanna a morte metterà a ferro e fuoco l'Iraq e porterà la regione verso l'ignoto", ha avvertito nei giorni scorsi il capo del comitato di difesa di Saddam Hussein, Khalil al-Doulaimi in una lettera inviata al presidente americano George W.Bush. Secondo il legale "la sola soluzione per salvare l'Iraq, la regione e il mondo è liberare Saddam Hussein".

Anche Ramsey Clark, ex ministro della Giustizia americano e ora a capo del collegio di difesa internazionale di Saddam Hussein, ha dichiarato che un'eventuale condanna a morte del suo assistito sarebbe ricordata come la "giustizia del vincitore", col rischio di far sprofondare l'Iraq nella violenza per i prossimi anni. Clark ha aggiunto di essere quasi certo che il tribunale speciale che sta giudicano l'ex rais lo condannera' a morte per aver ordinato il massacro di 148 sciiti dopo un fallito attentato contro di lui nel 1982. "E' un processo ingiusto per molti aspetti. Dove si era mai visto un processo svolgersi in mezzo a una tale, incontrollabile, violenza?”

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