Da Agenzia Fides del 07/03/2006
Originale su http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=8839&lan=ita
Angola: sessanta giorni di tempo per affrontare l’emergenza siccità
“Dopo potranno verificarsi rischi seri per la vita umana” dice un ministro
Luanda - “La situazione delle tre province è preoccupante. Non è una situazione allarmante, né di calamità, ma merita un’attenzione particolare da parte del governo centrale” ha affermato il ministro angolano per l’Amministrazione del Territorio, Virgilìo de Fontes Pereira, al termine di una visita nelle province meridionali di Cunene, Huila e Namibe, colpite da una forte siccità.
Secondo le autorità angolane, la siccità in queste zone costituisce un problema ciclico. Attualmente la popolazione locale deve far fronte alla riduzione del terreno da pascolo e delle produzione agricola. La situazione più grave si riscontra nella provincia di Hila, dove la popolazione delle campagne è stata costretta a ricorrere alle riserve di cereali per sopravvivere, rischiando di svuotarle.
“Per fortuna, in nessuna delle province vi sono state perdite umane” ha aggiunto il ministro. “Finora la situazione è sotto controllo, ma sappiamo che se non prenderemo le misure necessarie, nei prossimi sessanta giorni potremo cominciare ad avere a che fare con situazioni più gravi, con rischi seri per la vita umana”.
Per affrontare l’emergenza il governo ha deciso l’invio di aiuti d’emergenza con sementi e generi di prima necessità.
Secondo un’Organizzazione non Governativa locale, Juventude Ecológica Angolana, la siccità ha provocato la perdita di 600 capi di bestiame nelle province di Benguela e Huila.
Secondo le autorità angolane, la siccità in queste zone costituisce un problema ciclico. Attualmente la popolazione locale deve far fronte alla riduzione del terreno da pascolo e delle produzione agricola. La situazione più grave si riscontra nella provincia di Hila, dove la popolazione delle campagne è stata costretta a ricorrere alle riserve di cereali per sopravvivere, rischiando di svuotarle.
“Per fortuna, in nessuna delle province vi sono state perdite umane” ha aggiunto il ministro. “Finora la situazione è sotto controllo, ma sappiamo che se non prenderemo le misure necessarie, nei prossimi sessanta giorni potremo cominciare ad avere a che fare con situazioni più gravi, con rischi seri per la vita umana”.
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