Da Agenzia Fides del 09/02/2006
Originale su http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=8605&lan=ita

COSTA D’AVORIO - Continua la mediazione internazionale nella crisi ivoriana

Apertura sudafricana alle posizioni del Presidente Gbagbo

Abidjan - “L’importanza è che il dialogo continui e che la comunità internazionale prosegue i suoi sforzi di mediazione” dicono fonti locali da Abidjan, capitale economico della Costa d’Avorio, commentando gli ultimi sviluppi della crisi che si trascina dal settembre 2002. Oggi, 9 febbraio, il Ministro della Difesa sudafricano, Mosiuoa Lekota, si è detto disponibile al prolungamento del mandato dell’Assemblea Nazionale, come deciso dal Presidente Laurent Gbagbo. Il Sudafrica è stato incaricato dall’Unione Africana di mediare nella crisi ivoriana.

“È vero che il Gruppo di Lavoro Internazionale (GTI) sulla Costa d’Avorio ha ritenuto che il mandato dell’Assemblea Nazionale è terminato nel dicembre 2005” ha detto il Ministro. “Ma come nel caso del termine del mandato del Presidente Gbagbo che è stato prolungato dalle Nazioni Unite di un altro anno, non è possibile fare progredire il processo di risoluzione della crisi ivoriana se si smantellano le istituzioni esistenti” ha affermato Lekota, che ritiene che in Costa d’Avorio si sia creato ormai un consenso generale sulla necessità che le istituzioni continuino a funzionare perché se queste venissero smantellate “si creerebbe un vuoto nel Paese”.

Il 15 gennaio la decisione del Gruppo di Lavoro Internazionale, un organismo creato dall’ONU e da altri organismi internazionali per seguire la crisi ivoriana, di non prolungare il mandato del Parlamento, che si era concluso nel dicembre 2005, aveva suscitato vive proteste da parte dei sostenitori del Presidente Gbagbo. Negli scontri, durati alcuni giorni, vi sono stati alcuni morti e diversi feriti. Le affermazioni del Ministro sudafricano sono quindi un’apertura alle posizioni del Presidente Gbagbo, che aveva annunciato il 27 gennaio che il Parlamento rimaneva in carica in tutte le sue funzioni.

Nel frattempo, un altro segnale di apertura alla trattativa viene da Guillaume Soro, leader delle “Forze Nuove”, il gruppo ribelle che controlla dal settembre 2002, il nord-ovest della Costa d’Avorio, che ha chiesto al Presidente nigeriano Olusegun Obasanjo di proseguire la sua opera di mediazione. Soro, che si trova in visita in Nigeria alla testa di una delegazione di 4 esponenti delle “Forze Nuove”, ha chiesto al Presidente nigeriano di “continuare ad aiutare la Costa d’Avorio” anche dopo il termine del suo mandato come Presidente dell’Unione Africana (UA). Il 24 gennaio, infatti, Obasanjo è stato sostituito alla testa dell’organizzazione degli Stati africani dal Presidente del Congo Brazzaville, Denis Sassou Nguesso. L’Unione Africana insieme alle Nazioni Unite è in prima linea nel mediare nella crisi ivoriana, sia direttamente attraverso il suo Presidente, sia indirettamente attraverso l’azione del Sudafrica, al quale è stato conferito dall’UA stessa l’incarico di mediatore principale. Obasanjo ha avuto il merito di convincere il Presidente Gbagbo di accettare un Primo Ministro che sia gradito anche dall’opposizione e dai ribelli.

Dal settembre 2002, il nord-ovest della Costa d’Avorio è in mano ai ribelli delle “Forze Nuove” che si oppongono al Presidente Laurent Gbagbo. Dopo alterne vicende, è stato formato un governo di unità nazionale con la partecipazione della leadership ribelle.

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