Da Il Manifesto del 01/02/2006
Africa, sugli ogm si gioca il futuro agricolo
«Gli ogm equivarrebbero a una ri-colonizzazione»
Tre anni dopo il rifiuto dello Zambia di ricevere aiuti alimentari dagli Stati uniti sotto forma di organismi geneticamente modificati (ogm), il dibattito sulla questione è ripreso alla grande sul continente africano, in particolare nella sua parte occidentale.
In Mali, da mesi si susseguono incontri e workshop in cui esperti internazionali, ong, agricoltori discutono di vantaggi e inconvenienti dell'eventuale introduzione di colture transgeniche nel paese.
L'ultimo in ordine di tempo, organizzato dall'Institut international environnement et développement (Iied) e dall'Institut universitaire environnement et développement (Iued), ha avuto luogo a Sikasso la settimana scorsa, dal 25 al 29 gennaio.
Cinque giorni di discussioni, in cui ricercatori e agricoltori anche di paesi lontani (erano presenti contadini sudafricani e indiani) si sono confrontati sugli ogm e sul futuro dell'agricoltura del Mali.
Nonostante gli interventi di alcuni ricercatori del Burkina Faso, che hanno tessuto lodi sperticate del cotone ogm - sperimentato su piccole aree nel paese vicino - gli agricoltori maliani non hanno mutato la loro posizione.
Al termine dei lavori, dopo essersi riuniti in commissioni di lavoro, hanno ribadito il loro secco e incondizionato «no» alle colture transgeniche.
«Gli ogm equivarrebbero a una ri-colonizzazione», ha detto durante il seminario Mamadou Goita, membro della «Coalizione per la protezione del patrimonio genetico maliano».
Lo stesso Goita non ha mancato di sottolineare le poste in gioco globali della lotta dei contadini maliani contro le multinazionali degli ogm (Syngenta, Monsanto): «Il Mali è una specie di porta per raggiungere alcuni paesi europei, le cui opinioni pubbliche sono ancora contrarie agli ogm».
In Mali, da mesi si susseguono incontri e workshop in cui esperti internazionali, ong, agricoltori discutono di vantaggi e inconvenienti dell'eventuale introduzione di colture transgeniche nel paese.
L'ultimo in ordine di tempo, organizzato dall'Institut international environnement et développement (Iied) e dall'Institut universitaire environnement et développement (Iued), ha avuto luogo a Sikasso la settimana scorsa, dal 25 al 29 gennaio.
Cinque giorni di discussioni, in cui ricercatori e agricoltori anche di paesi lontani (erano presenti contadini sudafricani e indiani) si sono confrontati sugli ogm e sul futuro dell'agricoltura del Mali.
Nonostante gli interventi di alcuni ricercatori del Burkina Faso, che hanno tessuto lodi sperticate del cotone ogm - sperimentato su piccole aree nel paese vicino - gli agricoltori maliani non hanno mutato la loro posizione.
Al termine dei lavori, dopo essersi riuniti in commissioni di lavoro, hanno ribadito il loro secco e incondizionato «no» alle colture transgeniche.
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