Da Ansa del 29/12/2005

Pena di morte. In USA più esecuzioni ma meno condanne: 2005 anno di svolta?

I ripensamenti dell'America sulla pena di morte non sono mai stati così evidenti come nell'anno che si chiude; il crollo delle condanne alla massima pena, una storica sentenza della Corte Suprema che ha messo fine alla pena capitale giovanile e la decisione perfino dell'intransigente Texas di offrire alle giurie popolari l'alternativa tra morte ed ergastolo, hanno caratterizzato un anno che gli osservatori definiscono di svolta.

''Il 2005 - commenta Richard Dieter, direttore del Death Penalty Information Center, il maggiore centro studi indipendente sulla pena capitale - potrebbe essere ricordato come l'anno nel quale l'ergastolo senza possibilità di liberta' condizionata è diventato un'alternativa accettabile alla pena di morte negli Stati Uniti''.

Le condanne a morte in tutti gli Usa sono state 96, a fronte delle 125 del 2004 e della media di circa 300 l'anno negli Anni '90, quelli in cui la pena capitale aveva il massimo del consenso.
Le esecuzioni sono state 60, una di più del 2004, ma assai meno del record di 98 del 1999. A favore della pena capitale secondo la Gallup resta il 64% degli americani: una solida maggioranza, ma una percentuale che rappresenta il minimo storico per gli Usa da quando le esecuzioni sono tornate ad essere legali per una sentenza della Corte Suprema del 1976.

Quando, poi, agli intervistati viene offerta l'opzione alternativa dell'ergastolo, il sostegno scende sotto il 50%.
Tra gli eventi del 2005, ce ne sono stati svariati che non hanno certo incoraggiato all'ottimismo le organizzazioni che si battono per l'abolizione della pena di morte. Nell'anno che si chiude, l'America ha raggiunto e superato 'quota 1000', vedendo mettere a morte la millesima persona da quando e' stata reintrodotta la pena capitale 30 anni fa.

In California, nonostante una mobilitazione internazionale, niente ha salvato dal boia Stanley Tookie Williams, fondatore della gang dei Crips che in carcere era diventato un attivista contro la violenza giovanile: il governatore Arnold Schwarzenegger gli ha negato la grazia.

Nello stesso tempo, però, molti segnali hanno dimostrato che anche i politici stanno cominciando a recepire i segnali del cambiamento nell'opinione pubblica. Un caso clamoroso è stato quello del governatore della Virginia, Mark Warner, che a novembre ha concesso per la prima volta una grazia, risparmiando la vita a Robin Lovitt.

La Virginia è lo stato con il maggior numero di esecuzioni dopo il Texas, ma nel 2005 non ne ha compiuta neppure una e a novembre ha eletto come nuovo governatore Tim Kaine, un cattolico apertamente contrario alla massima pena.

Warner sta per lasciare l'incarico per una probabile corsa alla Casa Bianca e la sua scelta dimostra come sono cambiati i tempi dagli Anni '90, quando l'allora governatore dell'Arkansas Bill Clinton interruppe la campagna presidenziale per andare ad assicurarsi che venisse eseguita una condanna a morte nel proprio Stato, per non rischiare di apparire troppo debole nella lotta al crimine.

Il Texas è stato nel 2005 il 37/mo stato - tra i 38 che negli Usa prevedono la condanna a morte - a dare alle giurie l'alternativa dell'ergastolo senza liberta' sulla parola. La contea texana di Harris, spesso definita 'la capitale della pena capitale' per la sua durezza giudiziaria, in tutto il 2005 ha condannato a morte solo due persone.

Le ragioni del ripensamento sono in buona parte legate al numero crescente di casi in cui i test del Dna o inchieste giornalistiche provano l'innocenza di persone condannate a morte o a lunghe detenzioni o, in alcuni casi, gia' giustiziate. Dal 1976, sono già 122 le persone finite nel braccio della morte che si sono poi rivelate innocenti.

I timori che tra le 3384 persone in attesa del boia ci siano altri innocenti sono la principale molla che spinge a riflettere l'America a ogni livello del governo, fino al proprio vertice ultimo. Anche il presidente George W. Bush, che pure da governatore del Texas stabili' il record assoluto delle esecuzioni, ha espresso le proprie preoccupazioni sulla pena di morte nel discorso sullo Stato dell'Unione, auspicando l'espansione dei test del Dna e promettendo migliore assistenza legale agli imputati nei casi di pena capitale.

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