CANBERRA - Il vertice sul cambiamento climatico in corso in Canada non partorirà probabilmente un accordo "figlio di Kyoto", e comunque porre nuovi obiettivi per la riduzione dei gas a effetto serra non è la risposta, ha detto oggi il governo australiano.

Il ministro dell'Ambiente Ian Campbell ha affermato che qualsiasi accordo-cornice ideato per prendere il posto del Protocollo di Kyoto, favorito sotto l'auspicio delle Nazioni Unite per limitare le emissioni di gas alla sua scadenza, nel 2012, deve riconoscere le necessità sia dei Paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo.

"Ciò che succederà dopo il 2012 è un problema di vita o di morte per il nostro pianeta", ha detto in una conferenza stampa Campbell, che la settimana prossima parteciperà alla fase finale del meeting in corso a Montreal.

"E' improbabile che da Montreal uscirà un figlio di Kyoto. Se cercassimo questo tipo di obiettivo a Montreal ne usciremmo delusi, dobbiamo cercare di costruire un accordo-quadro attraverso una serie di passi che siano comprensivi ed effettivi", ha detto il ministro.

L'incontro di Montreal, che è cominciato questa settimana, è il primo di una serie di trattative annuali sul clima organizzati dall'Onu dopo il Protocollo di Kyoto, che limita le emissioni di gas a effetto serra in gran parte per uso umano, dalle centrali elettriche alle auto passando per gli impianti industriali, entrato in vigore a febbraio.

Molte nazioni che aderiscono al Protocollo vogliono che Montreal serva a lanciare nuovi negoziati, nei prossimi anni, per porre nuovi obiettivi dopo l'esaurimento dell'accordo, che scade nel 2012.

Ma gli Usa e l'Australia hanno respinto Kioto, affermando che minaccia la crescita economica.

Il ministro australiano ha comunque detto che il suo paese resta impegnata a limitare a un aumento dell'8% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012. Gli obiettivi di Kyoto prevedono invece una riduzione del 5,2% rispetto al 1990 entro il 2008-2012.