SYDNEY- Nguyen Tong Van, il giovane australiano di origine vietnamita condannato all'impiccagione a Singapore per traffico di eroina, ha visto oggi la sua ultima alba.
Prima che il sole sorga sull'orizzonte e tocchi la prigione di Changi, alle sei di domattina ora locale, il boia avra' eseguito il suo compito.

Il governo di Canberra, che ha chiesto ripetutamente un atto di clemenza alle autorita' di Singapore, ha abbandonato oggi i toni diplomatici, quando il ministro della Giustizia Philip Ruddock ha definito ''barbara'' e ''infelice'' l'imposizione della pena di morte, specialmente in questo caso che ha detto presenta circostanze attenuanti.

Nguyen, di 25 anni, fu arrestato all'aeroporto di Changi nel dicembre 2002 con quasi 400 grammi di eroina, mentre era in transito dalla Cambogia per l'Australia.
Ha poi spiegato che stava trasportando la droga per aiutare il fratello tossicodipendente a estinguere debiti contratti con gli usurai.

Oggi per il giovane è il giorno dei lunghi addii a familiari, amici e avvocati, ma la madre e il fratello gemello possono parlargli solo attraverso una parete di vetro, perche' nonostante i ripetuti appelli, anche del ministro degli Esteri australiano Alexander Downer, le autorita' hanno escluso la concessione di un ultimo abbraccio al condannato.
Solo oggi l'ambasciata di Singapore a Canberra ha annunciato che gli sara' permesso di tenere brevemente la mano alla madre e al fratello.

Il governo di Singapore e' rimasto inflessibile, affermando che non permettera' che l'isola-stato sia usata come transito di droghe illecite.
Il premier australiano John Howard dal canto suo ha escluso il ricorso a sanzioni economiche come controproducenti, e il ricorso alla Corte internazionale di giustizia come non realizzabile.

''E' pronto a una buona morte'', ha detto oggi l'avvocato del giovane, Lex Lasry, dopo averlo visitato, e lo ha descritto come ''calmo, risoluto e forte''.
''Ritiene di aver avuto una buona vita nell'ultimo paio d'anni, sa cosa lo aspetta ed e' pronto ad affrontarlo.
Ma e' una grande tristezza dover assistere all'uccisione premeditata e sanzionata da un stato, di una persona la cui vita e' cosi' piena di speranza e di promesse, di contrizione e riabilitazione'', ha aggiunto.

L'imminente esecuzione ha polarizzato gli australiani, molti dei quali sono ancora a favore della pena capitale, o comunque ritengono che Nguyen 'se la sia andata a cercare'.
Un sondaggio di ieri indica che il 47% ritiene che il giovane debba andare al patibolo , il 46% e' contrario e il 7% sono indecisi.

Le decine di migliaia che invocano la clemenza continuano a firmare petizioni e a partecipare a cerimonie religiose in chiese cristiane, moschee e templi buddisti, e mantengono veglie a lume di candela nella maggiori citta'.

Amnesty International riferisce che le migliaia di 'candele della speranza' sono parte di un'azione internazionale cui partecipano oltre 300 citta', di cui 29 capitali, dove in segno di opposizione alla pena di morte vengono illuminati i monumenti piu' significativi, come il Colosseo a Roma.
I leader religiosi e parlamentari di ogni partito hanno chiesto agli australiani di fermarsi e osservare un minuto di silenzio domani mattina, al momento dell'impiccagione.

Il Senato di Canberra ha votato ieri una mozione contraria alla pena di morte, mentre il potente sindacato dei trasporti, che rappresenta gli addetti ai bagagli e al carburante negli aeroporti, minaccia di boicottare la Singapore Airlines.

Singapore e' il paese al mondo con il maggior tasso di esecuzioni capitali in rapporto alla popolazione. Secondo Amnesty International, oltre 420 persone sono state impiccate dal 1991, per lo piu' per traffico di droga.