L'AJA - Il dossier concernente il Kosovo non può essere stralciato dal processo contro l'ex presidente di Jugoslavia Slobodan Milosevic. Alla proposta del giudice Patrick Robinson, presidente del Tribunale penale internazionale (Tpi) per l'ex Jugoslavia, che ormai da quasi tre anni processa l'ex uomo forte di Belgrado, si oppongono sia l'imputato, sia il procuratore Geoffrey Nice.

Ripresentatosi oggi in aula dopo un'assenza di 13 giorni per malattia, Milosevic ha detto che "il processo deve essere considerato nel suo insieme", e a sostegno della sua tesi ha ricordato che il capo di imputazione parla di "un progetto criminale globale".

"L'accusa si oppone a qualsiasi stralcio", ha annunciato Nice il quale ha poi ipotizzato che la corte voglia emettere la sentenza sul Kosovo per evitare che, nel caso le condizioni di salute dell'accusato non consentano di chiudere i capitoli riguardanti Bosnia e Croazia, il dibattimento si concluda praticamente con un nulla di fatto.

Il Tpi, come preannunciato nei giorni scorsi, ha dedicato l'udienza odierna a discutere l'eventuale separazione del dossier Kosovo dal resto del procedimento, come proposto dieci giorni fa da Robinson, il quale ritiene che questa parte è "praticamente conclusa", per cui "potrebbe essere nell'interesse della giustizia" separare questo capo di imputazione e "terminare il dibattimento ed emettere la sentenza".

Milosevic ha accusato i giudici di preoccuparsi solo del fattore tempo. "Non tenete conto della mia salute, pensate solo a rispettare il calendario delle udienze", ha reagito l'imputato. Il processo contro il 64enne ex presidente jugoslavo è cominciato il 12 aprile 2002, ma ha già subito diversi rinvii per le condizioni di salute dell'imputato, che soffre di ipertensione e problemi cardiaci. Il Tpi intende concludere il processo entro la fine del 2006.

Al termine dell'udienza odierna la corte ha deciso di attendere gli ultimi rapporti medici sulle condizioni di Milosevic prima di prendere una decisione sullo stralcio.