NAPOLI - I carabinieri hanno annunciato oggi di aver fermato sette persone accusate di far parte di un clan di Camorra nell'hinterland di Napoli, e hanno spiegato che grazie anche a questa operazione sarebbe stata sventata una sanguinosa guerra tra gruppi criminali per il controllo del territorio.

I fermi sono scattati alle prime ore di questa mattina su ordine della direzione distrettuale antimafia, dice un comunicato del nucleo operativo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli.

Le persone fermate sarebbero "capi ed elementi di spicco del clan Panico, che opera a Sant'Anastasia, Somma Vesuviana e nei comuni limitrofi dell'hinterland vesuviano", accusati di vari reati tra cui associazione per delinquere di stampa camorristico, estorsione a danno di imprenditori e commercianti e detenzione di armi. Tra i fermati c'è anche Antonio Panico, la cui famiglia dà il nome al clan.

L'operazione di oggi, hanno spiegato i militari, rientra in un'inchiesta sulla lotta tra clan rivali per assicurarsi il controllo del territorio, che stava per sfociare in una vera e propria "guerra".

"Il provvedimento trova origine negli avvenimenti che negli ultimi giorni hanno rischiato di trasformare una parte del territorio dell'hinterland napoletano in una vera e propria zona di guerra, teatro di un terrificante quanto delirante piano criminale che avrebbe dovuto condurre, se non sventato in tempo, a un'inaudita carneficina in cui sarebbero state coinvolte con certezza anche vittime innocenti", dice il comunicato.

Secondo gli inquirenti, un altro clan, quello di Sarno, aveva pianificato una strage per colpire i rivali del clan Panico.

Nelle scorse settimane, nell'ambito della stessa inchiesta, i carabinieri avevano arrestato altre persone accusate di associazione a delinquere di stampo camorristico.