Da Corriere della Sera del 22/09/2006
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/22/welby...
Lettera del co-presidente dell'associazione Luca Coscioni a Napolitano
Eutanasia: «Caro Presidente, lasciatemi morire»
Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare, tenuto in vita dalle macchine, dice «è un testardo e insensato accanimento»
ROMA - «Caro presidente voglio l'eutanasia». È quanto chiede Piergiorgio Welby, co-presidente dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, malato di distrofia muscolare, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nella lettera inviata giovedì, Welby scrive: «la mia volontà, la mia richiesta che voglio porre nelle sedi politiche e giudiziarie è poter ottenere l'eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini sia data la stessa oppurtunità che è concessa agli svizzeri, belgi, olandesi». Welby è tenuto in vita dalle macchine e lui stesso dice che «è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche».
APRIRE UN CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI - Marco Cappato (Rnp) si fa portavoce di «questa battaglia». «Va aperto un confronto con le istituzioni sulla proposta dell'eutanasia. È ancora l'ultimo tabù della politica italiana per questo interpelliamo la classe politica per aprire questo dibattito. È un'urgenza per Welby, ma è anche un'urgenza politica che i pone alle istituzioni del Paese. Il nostro impegno è quello di sbloccare l'iter parlamentare per la riforma del testamento biologico e incardinare anche una proposta per l'eutanasia».
PANNELLA: «URGENZA CIVILE» - Anche per Marco Pannella si tratta di una questione di «urgenza civile, politica e morale che come direzione della Rosa nel Pugno proporremo alla politica». Per Rita Bernardini, tesoriera della Rosa nel Pugno, «il dibattito non si è ancora aperto per le posizioni assunte dalla chiesa».
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