Da ADUC del 26/07/2006
Originale su http://www.aduc.it/dyn/eutanasia/noti.php?id=150753

Eutanasia: per Veronesi il miglior antidoto è curare bene i malati

La Voce repubblicana, il quotidiano del Partito repubblicano italiano, pubblica un'intervista ad ampio raggio al professor Umberto Veronesi, nella quale fra l'altro si legge a proposito della ricerca scientifica che "il settore della ricerca, in special modo quella pubblica, va potenziato".

"C'è oscurantismo - ha detto Veronesi - non è maturato un atteggiamento di fiducia, di apertura e, fatto non trascurabile, la Chiesa osteggia la ricerca quando questa attiene alle scienze della vita: così, siamo bloccati sul fronte delle cellule staminali o, peggio, per ricorrere alla fecondazione assistita occorre recarsi all'estero".

Per Veronesi "una diagnosi pre-impianto su un embrione, prima di impiantarlo, può evitare un aborto; mi sembra ragionevole e mi pare di non schierarmi affatto contro la vita. Sono contro la vita coloro che indurranno quella coppia a non aver mai figli: chi si azzarderebbe a mettere incinta una donna con il 50 per cento del rischio di perpetuare una malformazione grave? Noi invece siamo in grado di ricorrere a quel 50 per cento di embrioni normali".

Per quanto concerne l'abbandono, in Italia, del nucleare, Veronesi ritiene che "il dissennato rifiuto del nucleare" ha portato alla perdita "dell'autorevolezza che era illustre retaggio della nostra scuola. Eppure l'utilizzazione della tecnologia nucleare a scopi pacifici" rappresenta "la prerogativa fondamentale di approvvigionamento energetico in grado di garantire autonomia di sviluppo e rilancio economico". Sulle agrobiotecnologie il professor Veronesi sostiene che "l'uso della genetica è insostituibile per migliorare il mondo vegetale e l'agricoltura in particolare". Inoltre, sulla sanità, Veronesi dichiara che "in Italia dovremmo rifare tutti gli ospedali o almeno una buona parte: più piccoli, dinamici, più orientati al paziente. La prima rivoluzione da fare dovrebbe garantire una camera singola a ogni malato che deve poter ricevere i parenti dalla mattina alla sera". "Una strada già efficacemente sperimentata in Australia e Canada: è la via che porta ad una qualità sanitaria eccellente e a basso costo". Insufficiente, secondo Veronesi, l'uso ospedaliero della morfina: "siamo il Paese che consuma meno morfina al mondo. Oggi per combattere il dolore nel malato grave non c'è altro che somministrargli la morfina". E inoltre: "il miglior antidoto all'eutanasia è curare bene i malati terminali".

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