Kabul - Nelle province meridionali ed orientali dell'Afghanistan, ormai da mesi sotto il controllo dalle milizie islamiche talebane, è ritornata in vigore la Sharia in ogni ambito della vita sociale. Lo conferma l'ultimo comunicato diffuso dal gruppo islamico attraverso i siti internet legati ad al-Qaeda: nel documento si rivendicano, tra l'altro, gli attentati eseguiti la scorsa settimana.In particolare si legge che il 10 maggio i talebani hanno applicato una pena di morte 'risarcitoria' prevista dalla Sharia, chiamata anche col nome di 'pagamento del prezzo del sangue' nei volumi di diritto musulmano, contro un uomo accusato di omicidio. "Il tribunale superiore dell'Emirato islamico dell'Afghanistan - si legge nella nota - ha eseguito la pena prevista per l'omicidio uccidendo un uomo chiamato Baja il quale senza diritto aveva ucciso un'altra persona chiamata Fatah Khan. Il fatto è avvenuto alcuni giorni fa nel distretto di Kizab nella provincia di Aruzajan". Nella nota si ricorda che la pena è stata applicata su richiesta, avanzata al presunto tribunale islamico talebano della zona di Aruzajan, dal figlio di Fatah Khan. "In base alla richiesta - prosegue il comunicato - i mujahidin hanno arrestato l'assassino. Durante un processo presso il tribunale dell'Emirato islamico questi ha riconosciuto di essere colpevole e dopo la testimonianza di alcune persone è stata eseguita la condanna a morte".

All'interno di un comunicato analogo diffuso in rete la scorsa settimana, le milizie talebane avevano anche rivendicato l'attentato compiuto contro le truppe italiane nei pressi di Kabul lo scorso 5 maggio dove sono morti due nostri militari.