Da Agi del 30/06/2006
Originale su http://www.agi.it/news.pl?doc=200606301432-1146-RT1-CRO-0-NF60&pag...
Cina: udienze pubbliche per casi che prevedano pena di morte
Pechino - Per impedire alle autorita' giudiziarie di estorcere confessioni ricorrendo alla tortura, a partire da domani le udienze nei confronti di imputati che rischiano la pena di morte saranno pubbliche. A quanto annunciato dall'agenzia China News Service, la Corte popolare suprema ha preso questa decisione dopo avere ammesso che il boia e' troppo spesso al lavoro.
"In una relazione della Corte suprema su errori giudiziari che hanno portato a infliggere per errore la pena di morte si e' scoperto che nella maggior parte dei casi si era fatto ricorso alla tortura per estorcere confessioni", ha spiegato il vice capo della corte Zhang Jun. Con il decreto in vigore dal primo luglio, i tribunali provinciali dovranno tenere udienze pubbliche cosi' che gli imputati possano essere assistiti dai loro avvocati.
Fino a oggi, la pena di morte e' stata decisa solo sulla base del fascicolo predisposto dalle autorita' inquirenti e non era previsto ne' che gli avvocati potessero pronunciare la loro arringa ne' che gli imputati testimoniassero.
Il governo di Pechino non ha mai diffuso cifre ufficiali sul numero delle esecuzioni, ma secondo accademici locali sono almeno diecimila le sentenze eseguite. Amnesty International ha stimato che nella sola Cina vengano messe a morte ogni anno piu' persone che complessivamente nel resto del mondo.
"In una relazione della Corte suprema su errori giudiziari che hanno portato a infliggere per errore la pena di morte si e' scoperto che nella maggior parte dei casi si era fatto ricorso alla tortura per estorcere confessioni", ha spiegato il vice capo della corte Zhang Jun. Con il decreto in vigore dal primo luglio, i tribunali provinciali dovranno tenere udienze pubbliche cosi' che gli imputati possano essere assistiti dai loro avvocati.
Fino a oggi, la pena di morte e' stata decisa solo sulla base del fascicolo predisposto dalle autorita' inquirenti e non era previsto ne' che gli avvocati potessero pronunciare la loro arringa ne' che gli imputati testimoniassero.
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