Da Greenreport del 29/03/2006
Originale su http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=1222
Gas serra: la scienza dice che è colpa anche dei terremoti
ROMA - Secondo una ricerca dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr di Roma, in collaborazione con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e con l’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (Arpa) di Reggio Emilia, i gas serra possono essere prodotti anche dall’attrito tra rocce sedimentarie che si verifica durante i terremoti. La scoperta ribalta la tesi secondo la quale l’attività antropica è l’unica responsabile delle variazioni climatiche recenti.
La ricerca, pubblicata su riviste internazionali di geofisica, ha dimostrato che le rocce carbonatiche e argillose messe in condizioni di attrito, come nel caso di forti stress sismici, possono generare una notevole quantità di anidride carbonica (CO2), ossido di carbonio (CO) e metano (CH4), oltre che idrogeno (H2) e tracce di idrocarburi più complessi che vengono dispersi in atmosfera o intrappolati nel sottosuolo.
«Il dato è emerso durante uno studio - si legge in un comunicato dell´dell´Ismn–Cnr - per la messa a punto di nuovi processi per la produzione di materiali leganti innovativi, rispetto a quelli tradizionali, partendo da argille e calcari».
Nella ricerca sono stati utilizzati mulini ad alta energia di attrito, per produrre un’azione ‘meccanochimica’, a velocità di scorrimento e con pressioni analoghe a quelle che si riscontrano durante un fenomeno sismico.
«Le rocce sedimentarie, in seguito all’attrito - spiega Paolo Plescia dell’Ismn-Cnr - tendono a frantumarsi fino a raggiungere dimensioni nanometriche per poi dissociarsi (calcinazione) producendo CO e CO2, ossia gas serra, e idrogeno, a temperature di appena un centinaio di gradi centigradi. A temperatura bassa, insomma, se si considera che normalmente il carbonato di calcio perde anidride carbonica per calcinazione a circa 800°C».
Questa ricerca, rivolta finora verso le applicazioni industriali ha un’importante ritorno nelle complesse valutazioni delle emissioni di gas serra in atmosfera e nella comprensione della ‘chimica’ della generazione degli idrocarburi gassosi di origine non biologica. In particolare, si stanno verificando le analogie tra gli effetti riscontrati in laboratorio e gli ambienti di faglia naturali, analogie che potrebbero determinare una rivalutazione del ruolo delle sorgenti naturali nelle emissioni di gas serra, quest´ultime attribuite finora sopratutto a vulcani, fonti termali e biologiche.
La ricerca, pubblicata su riviste internazionali di geofisica, ha dimostrato che le rocce carbonatiche e argillose messe in condizioni di attrito, come nel caso di forti stress sismici, possono generare una notevole quantità di anidride carbonica (CO2), ossido di carbonio (CO) e metano (CH4), oltre che idrogeno (H2) e tracce di idrocarburi più complessi che vengono dispersi in atmosfera o intrappolati nel sottosuolo.
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