Da La Nuova Ecologia del 17/02/2006
Originale su http://www.lanuovaecologia.it/natura/conservazione/5400.php
Clima: l'Amazzonia a secco diventa savana
Per gli studiosi di Harvard i mali della foresta pluviale sono deforestazione ed effetto serra: «L'11 per cento è a rischio»
Un'area di 600 mila chilometri quadrati ridotta a una pianura con pochi alberi e con grandi spiazzi d'erba e arbusti. Rischia di diventare proprio questo la foresta più grande del mondo a causa di una siccità anomala registrata in questa stagione, provocata da effetto serra e deforestazione, che minaccia di dividerla in due.
L'allerta è dell'Università di Harvard, negli Stati Uniti. Usando i registri delle precipitazioni degli ultimi cento anni, i ricercatori dell'istituto hanno scoperto che una fascia corrispondente all'11 per cento di tutta la foresta pluviale è a rischio di savanizzazione. Si tratta di una parte che va dallo stato del Tocantins alla Guyana ex britannica, passando per Santarem, nello stato del Parà.
«Non è detto che questo accadrà sicuramente – afferma Lucy Hutyra, ricercatrice di Harvard e partecipante all'Lba, l’esperimento su grande scala della biosfera-atmosfera amazzone. Ma questa area si trova sull'orlo del baratro. Le foreste finora sembrano sane, ma sulla regione vi sono frequenze più alte di siccità. Questo la rende più esposta agli incendi boschivi che sono il principale agente della conversione da foresta a savana».
A parere degli studiosi, sono tre i fattori che inducono il fenomeno. A partire dal disboscamento causato dall'uomo, visto che buona parte delle piogge nella foresta sono provocate dall'evaporazione delle foglie degli alberi e dell'acqua del suolo. Per arrivare al riscaldamento globale. «Le difficoltà di attuazione del protocollo di Kyoto pesano molto sull'Amazzonia. Si calcola che un aumento di 3 gradi della temperatura trasformerà tutta la regione in savana». Per finire al terzo fattore, la variabilità naturale della foresta.
«Negli studi anteriori non potevamo dire che importanza avessero due o tre siccità forti nella conversione della vegetazione nella regione amazzonica – è il parere di Carlos Nobre, dell'istituto di ricerche spaziali brasiliane. Adesso sì».
Già lo scorso anno, si è assistito ad una delle più micidiali siccità che la storia dell'Amazzonia abbia mai registrato. Il corso del Rio delle Amazzoni e di suoi immissari, fra cui il Tapajos, ha raggiunto profondità di pochi centimetri.
L'allerta è dell'Università di Harvard, negli Stati Uniti. Usando i registri delle precipitazioni degli ultimi cento anni, i ricercatori dell'istituto hanno scoperto che una fascia corrispondente all'11 per cento di tutta la foresta pluviale è a rischio di savanizzazione. Si tratta di una parte che va dallo stato del Tocantins alla Guyana ex britannica, passando per Santarem, nello stato del Parà.
«Non è detto che questo accadrà sicuramente – afferma Lucy Hutyra, ricercatrice di Harvard e partecipante all'Lba, l’esperimento su grande scala della biosfera-atmosfera amazzone. Ma questa area si trova sull'orlo del baratro. Le foreste finora sembrano sane, ma sulla regione vi sono frequenze più alte di siccità. Questo la rende più esposta agli incendi boschivi che sono il principale agente della conversione da foresta a savana».
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