Da La Nuova Ecologia del 24/03/2006
Originale su http://www.lanuovaecologia.it/scienza/ricerca/5593.php

Clima: allarme ghiacciai

I poli si liquefanno troppo velocemente. Gli scienziati Usa: «Processo irreversibile se non limitiamo i gas serra»

I ghiacciai si stanno sciogliendo più velocemente del previsto. Nel breve termine si alzerà il livello degli oceani, a lungo termine le foreste Boreali si sposteranno più a Nord e scompariranno i ghiacci dalla Groenlandia. Il Polo Nord e il Polo Sud si stanno sciogliendo più rapidamente di quanto gli esperti si aspettassero: è il risultato di due studi pubblicati su Science e condotti negli Stati Uniti da ricercatori del National Center for Atmospheric Research (Ncar) e dell'Università dell'Arizona.

Gli studi, basati sia su modelli informatici sia raccogliendo prove sul clima nelle ere passate, hanno consentito di prevedere che, entro il 2100, le estati artiche saranno calde quanto lo furono durante l'ultima era interglaciale, 13mila anni fa. A permettere le ricerche, guidate da Bette Otto-Bliesner del Ncar e da Jonathan Overpeck dell'università dell'Arizona, una serie di informazioni raccolte principalmente dalle barriere coralline, dai sedimenti marini e dalle carote di ghiaccio e le simulazioni eseguite con il Community Climate System Model(Ccsm) dell'Ncar, un potente computer per simulare il clima nel passato, nel presente e nel futuro. «Sebbene il nostro lavoro sia stato focalizzato in Artide e Antartide, le conseguenze sono globali – ha detto Otto-Bliesner - il ghiaccio si sta sciogliendo prima del previsto e gli oceani si stanno alzando».

Inoltre, le ricerche a cui hanno partecipato anche ricercatori dell'università di Calgary, Colorado, della Pennsylvania e del U.S. Geological Survey, mostrano che l'aumento dei gas serra durante le estati del prossimo secolo potrebbero riscaldare l'Artico di 5-8 gradi Fahrenheit (3-5 gradi Celsius). Dalle informazioni raccolte e dalle simulazioni al computer, gli esperti hanno stabilito che la situazione climatica odierna somiglia moltissimo a quella dell'ultima era interglaciale, cioè 130.000 anni fa, quando l'aumento delle temperature fu causato dal cambiamento dell'inclinazione e dell'orbita della Terra e dall'incremento della radiazione solare all'Artico. Overpeck ipotizza che, in quel periodo, l'aumento del livello degli oceani, prodotto dal riscaldamento dell'Artico e dallo scioglimento delle sue placche di ghiaccio, avrebbe destabilizzato i confini ghiacciati del continente antartico causando il loro collasso.

Se tale processo accade oggi, secondo il ricercatore, «sarebbe accelerato dall'effetto serra» e dall'inquinamento che scurendo la neve le permette di assorbire più luce solare. Secondo le previsioni il processo di scioglimento che oggi ha una velocità di 2,54 centimetri in dieci anni, sarà irreversibile durante la seconda metà di questo secolo «a meno che - ha detto Overpeck - non riduciamo le emissioni di gas serra e l'inquinamento». Secondo gli esperti le riduzioni dovrebbero avvenire subito o al massimo in questa decade altrimenti si rischia di vedere per il prossimo futuro gli oceani salire di 4-6 metri e questo metterebbe a rischio le coste di tutto il pianeta. «A breve termine - ha detto Shawn Marshall dell'università di Calgary - si alzeranno gli oceani, a lungo termine le foreste Boreali si sposteranno più a Nord e scompariranno i ghiacci dalla Groenlandia».

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