Da Corriere della Sera del 13/09/2003
Tolte le sanzioni La Libia in festa
Si astengono Usa e Francia
di Ennio Caretto
WASHINGTON - Con tredici voti a zero e l'astensione degli Stati Uniti e della Francia il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha ieri revocato le sanzioni imposte contro la Libia nel '92 per l'attentato all'aereo della Pan Am in Scozia del Natale dell'88, in cui morirono 270 persone. Le forniture di armi e i voli a Tripoli potranno riprendere dopo 11 anni e con essi - almeno così spera il regime di Gheddafi - il dialogo con l'intero Occidente e massicci investimenti nel petrolio libico. La Libia ha celebrato la revoca delle sanzioni con una trasmissione alla radio, definendola «un'altra vittoria che sommata alle precedenti apre una nuova pagina, vittoria dovuta alla nostra saggezza nella battaglia, che conferma i nostri diritti e il nostro rispetto delle leggi internazionali». Gli Stati Uniti non hanno fatto commenti. Ma la normalizzazione dei rapporti di Tripoli con Washington non sarà facile: gli Usa considerano negativo il ruolo della Libia nel Golfo persico e in Medio oriente, pur pensando che ultimamente abbia preso le distanze dal terrorismo. Il Consiglio di Sicurezza ha votato dopo un braccio di ferro di quasi un mese - la risoluzione fu presentata dalla Gran Bretagna il 15 agosto - e un rinvio all'ultimo minuto lo scorso martedì.
Protagonista della contesa è stata la Francia, che ha chiesto alla Libia un indennizzo maggiore di quello concordato per l'abbattimento di un aereo della Uta nel Niger nell'89, che fece 170 vittime. Tripoli aveva accettato di versare 2 miliardi e 700 milioni di dollari alle famiglie delle vittime della Pan Am, 4 milioni di dollari a testa dopo le spese legali, ma aveva stanziato solo 33 milioni, pari a 194 mila dollari ciascuno, per quelle delle vittime dell'Uta. La Francia ha minacciato di porre il veto alla revoca delle sanzioni, e la Libia ha aumentato l'indennizzo, s'ignora di quanto. Secondo il giornale parigino Le Figaro si tratta di 1 milione di dollari a testa. La somma è stata giudicata insufficiente da Françoise Rudeski, la direttrice di «Sos attentats», l'associazione che ha partecipato al negoziato a Tripoli. Una intervista di Seif al Islam, il figlio di Gheddafi, allo stesso Le Figaro ha inoltre suscitato il sospetto che Tripoli possa rinnegare l'accordo.
Seif al Islam ha sostenuto che «le società francesi operanti in Libia contribuiranno all'indennizzo» e che comunque esso «costituisce solo una parte di un regolamento globale con la Francia». Stando al figlio di Gheddafi, il regolamento dovrebbe includere la revoca della condanna in contumacia di sei libici, tra cui il cognato del colonnello, per l'attentato all'aereo della Uta.
Protagonista della contesa è stata la Francia, che ha chiesto alla Libia un indennizzo maggiore di quello concordato per l'abbattimento di un aereo della Uta nel Niger nell'89, che fece 170 vittime. Tripoli aveva accettato di versare 2 miliardi e 700 milioni di dollari alle famiglie delle vittime della Pan Am, 4 milioni di dollari a testa dopo le spese legali, ma aveva stanziato solo 33 milioni, pari a 194 mila dollari ciascuno, per quelle delle vittime dell'Uta. La Francia ha minacciato di porre il veto alla revoca delle sanzioni, e la Libia ha aumentato l'indennizzo, s'ignora di quanto. Secondo il giornale parigino Le Figaro si tratta di 1 milione di dollari a testa. La somma è stata giudicata insufficiente da Françoise Rudeski, la direttrice di «Sos attentats», l'associazione che ha partecipato al negoziato a Tripoli. Una intervista di Seif al Islam, il figlio di Gheddafi, allo stesso Le Figaro ha inoltre suscitato il sospetto che Tripoli possa rinnegare l'accordo.
Seif al Islam ha sostenuto che «le società francesi operanti in Libia contribuiranno all'indennizzo» e che comunque esso «costituisce solo una parte di un regolamento globale con la Francia». Stando al figlio di Gheddafi, il regolamento dovrebbe includere la revoca della condanna in contumacia di sei libici, tra cui il cognato del colonnello, per l'attentato all'aereo della Uta.
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