Da Panorama del 13/02/2006
Originale su http://www.panorama.it/mondo/medioriente/articolo/ix1-A020001034838
Afghanistan, caccia ai narcos
Governo di Kabul e forze angloamericane hanno scatenato una lotta senza quartiere ai produttori di oppio afghani e le loro milizie armate, i veri padroni dell'economia del Paese.
di Gianandrea Gaiani

Combattere questa piaga è da tempo un imperativo per l’ONU e l’Occidente ma negli ultimi tempi lo è diventato anche per il governo afgano che su questo terreno si gioca parte della sua credibilità, specie ora che al summit dei paesi donatori di Londra ha ottenuto dalla comunità internazionale l’impegno a finanziare con altri 10 miliardi di dollari la ricostruzione del paese.
Kabul ha istituito una corte penale che si occupa esclusivamente di processare i narcotrafficanti, 715 gli arresti solo l’anno scorso quando l’Afghanistan ha prodotto 4.100 tonnellate di oppio.
TERRE COLTIVATE E PRODUZIONE
In pratica l’oppio, gli aiuti internazionali e l’indotto determinato dalla presenza di 30.000 militari alleati costituiscono oggi la quasi totalità del prodotto interno lordo afghano.
Secondo il ministro della lotta alla droga, Mohammed Daud, la produzione è calata l’anno scorso del 21% in termini di aree coltivate e l’impegno per il 2006 è di ridurle di un altro 40%.
Aspettative non condivise dalle Nazioni Unite che nel 2006 prevede un aumento della produzione e tra l’altro ritiene che l’anno scorso siano calate le terre coltivate ad oppio, ma la produzione è rimasta superiore alle 4.000 tonnellate grazie alle piogge eccezionali.
Ancora diversi i dati forniti da un rapporto statunitense che stima un calo della produzione nel 2005 pari al 10% e dei terreni coltivati del 48%.
A supporto dei governativi afghani sono intervenuti i britannici che hanno preso in carico il supporto e supervisione al programma antidroga afghano: un impegno che ha già visto Londra stanziare 240 milioni di sterline per i prossimi tre anni. Denaro che sarà in parte impiegato per incoraggiare gli agricoltori a diversificare le colture e in parte investito nell’arruolamento di una milizia antidroga composta da 5.000 contractors forniti dalle società militari private (Private Military Companies) già peraltro presenti in forze in Afghanistan con compiti di scorta e sicurezza a sedi diplomatiche, istituzioni e società internazionali.
NARCO-ROTTE
L’esercito privato destinatola combattere i narcos sarà composto da personale afghano ma soprattutto da ex militari delle forze speciali e di polizia provenienti per lo più dai paesi anglosassoni e sudamericani che saranno impegnati dalla primavera soprattutto nelle tre province a maggior produzione di oppio: Hellmand (sud), Badakhshan (nord-est) e di Farah (a occidente).
Tre aree alle quali fanno capo tre diverse rotte utilizzate per far giungere l’oppio in occidente: l’Iran e la Turchia, il Pakistan e le repubbliche asiatiche ex sovietiche.
OPPIO E AL QAEDA
Gli esperti britannici ritengono che soprattutto nel sud l’oppio costituisca la maggior fonte di finanziamenti per al Qaeda e i talebani che nelle ultime settimane hanno aumentato le azioni militari contro gli alleati e le forze governative afghane.
Non a caso proprio nella provincia di Hellmand Londra concentrerà buona parte dei 3.300 militari che stanno raggiungendo l’Afghanistan in vista dell’allargamento a sud dell’area operativa della forza NATO che rileverà in estate le truppe statunitensi di “Enduring Freedom”.
Un contesto operativo nel quale i britannici si aspettano di combattere aspramente come dimostrano i mezzi pesanti in via trasferimento in quell’area che includono elicotteri da combattimento Apache e artiglieria.
Del resto già da tempo le forze alleate in Afghanistan contrastano il narcoitraffico con lo steso impegno con il quale affrontano talebani e al Qaeda come dimostra il raid compiuto a inizio febbraio dalle forze speciali olandesi che in un’operazione contro i guerriglieri hanno trovato e distrutto 368 chili di oppio.
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