Da Punto Informatico del 17/01/2005
Originale su http://punto-informatico.it/p.asp?i=56275
Canada, arriva il Grande Fratello?
Il governo presenta ufficialmente un disegno di legge per il controllo sistematico dell'attività degli ISP e per facilitare sorveglianza e monitoraggio dei sistemi di comunicazione digitali
di Tommaso Lombardi
Ottawa (Canada) - L'amministrazione canadese ha svelato l'arcano e conferma numerose indiscrezioni riguardo ad un preciso piano governativo per mettere sotto controllo gli utenti internet e riempire di nuove responsabilità i provider.
Il disegno di legge si chiama C-74 e riguarda nominalmente la "modernizzazione delle tecniche investigative": in parole povere, come ha sottolineato l'esperto di diritto informatico Michael Geist sul proprio blog, "Ottawa sta dicendo ai cittadini canadesi che si tratta di una manovra indolore e secondaria, mentre è seriamente in gioco la loro privacy".
Se il parlamento dovesse approvare questa nuova direttiva, propagandata dagli spin-doctor dei professionisti della politica come "uno strumento contro pedofilia e terrorismo", tutti gli ISP all'interno della giurisdizione canadese dovranno sottomettersi alle autorità in qualsiasi indagine di polizia riguardo crimini telematici presunti o reali. In più, gli agenti delle forze dell'ordine non avranno bisogno di mandati per costringere i fornitori d'accesso a rilasciare informazioni e log riguardo individui ed aziende: indirizzi IP, dati anagrafici, storia cronologica dei movimenti online.
Il pacchetto C-74, stando ai resoconti della stampa locale, richiede l'inserimento di sistemi di controllo sui server di qualsiasi azienda operante nel campo delle telecomunicazioni. Dall'uso estensivo di packet sniffer fino a meccanismi occulti che permettano alle autorità di accedere in qualsiasi momento alle e-mail dei cittadini.
"Il governo sta facendo il tutto e per tutto", assicura Geist, "in modo da camuffare questo provvedimento come assolutamente necessario". Tuttavia, così come dimostrato dalla controversa legge C-60, l'attuale classe politica alla guida del Canada si è dimostrata particolarmente ostile alla libertà online, pronta a scendere in campo al fianco di poteri forti, sia economici, sia sociali: dalla censura dei sindacalisti fino all'approccio censorio nei casi dove più controverso è il diritto alla libertà di espressione.
Il disegno di legge si chiama C-74 e riguarda nominalmente la "modernizzazione delle tecniche investigative": in parole povere, come ha sottolineato l'esperto di diritto informatico Michael Geist sul proprio blog, "Ottawa sta dicendo ai cittadini canadesi che si tratta di una manovra indolore e secondaria, mentre è seriamente in gioco la loro privacy".
Se il parlamento dovesse approvare questa nuova direttiva, propagandata dagli spin-doctor dei professionisti della politica come "uno strumento contro pedofilia e terrorismo", tutti gli ISP all'interno della giurisdizione canadese dovranno sottomettersi alle autorità in qualsiasi indagine di polizia riguardo crimini telematici presunti o reali. In più, gli agenti delle forze dell'ordine non avranno bisogno di mandati per costringere i fornitori d'accesso a rilasciare informazioni e log riguardo individui ed aziende: indirizzi IP, dati anagrafici, storia cronologica dei movimenti online.
Il pacchetto C-74, stando ai resoconti della stampa locale, richiede l'inserimento di sistemi di controllo sui server di qualsiasi azienda operante nel campo delle telecomunicazioni. Dall'uso estensivo di packet sniffer fino a meccanismi occulti che permettano alle autorità di accedere in qualsiasi momento alle e-mail dei cittadini.
"Il governo sta facendo il tutto e per tutto", assicura Geist, "in modo da camuffare questo provvedimento come assolutamente necessario". Tuttavia, così come dimostrato dalla controversa legge C-60, l'attuale classe politica alla guida del Canada si è dimostrata particolarmente ostile alla libertà online, pronta a scendere in campo al fianco di poteri forti, sia economici, sia sociali: dalla censura dei sindacalisti fino all'approccio censorio nei casi dove più controverso è il diritto alla libertà di espressione.
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