Da La Repubblica del 25/10/2005
Per il presidente è la settimana più difficile. Il Senato potrebbe bocciare la nomina alla Corte suprema dell'amica Harriet Miers
Anche i repubblicani divisi su Bush
Polemiche nel partito in attesa delle conclusioni del Cia-gate
George W. è depresso, si sente tradito e perde le staffe con tutti i suoi collaboratori
di Alberto Flores D'Arcais
NEW YORK - Nervoso e irascibile persino con le segretarie, lui che è sempre stato gentile e pronto alla battuta affettuosa; preoccupato di dover rinunciare ai preziosi consigli di Karl Rove, l'uomo che più ha contribuito ai suoi successi; sfiancato dalle polemiche dentro il suo stesso partito e dai guai giudiziari dei leader repubblicani al Congresso; in attesa dell'annuncio, inevitabile, che i morti americani in Iraq hanno raggiunto quota duemila.
Neanche un anno dopo la trionfale elezione del 2 novembre 2004 George W. Bush non si aspettava certo di passare un "autunno nero", i mesi piu brutti da quando nel gennaio 2001 era entrato - dopo l'elezione piu contestata della storia - alla Casa Bianca.
Nel primo mandato il presidente che più aveva diviso l'America era riuscito a unificare con la guerra al terrorismo un paese sconvolto da quanto accaduto l'11 settembre; e, bene o male, anche nella contestata guerra in Iraq aveva avuto una solida maggioranza parlamentare e di opinione pubblica che gli aveva poi garantito il successo nella sfida contro Kerry. Il secondo quadriennio doveva essere il successo pieno; quello che garantisce ai presidenti americani un posto di rilievo nella storia patria e numeri tali - tra statistiche e sondaggi - da risultare inattaccabile ai molti avversari e ai nemici per partito preso.
I numeri, a giudicare dai diversi sondaggi, lo hanno già tradito (la sua popolarità non è mai stata così bassa) ma adesso il "presidente-commander in chief" sente crescere attorno a sé un malumore che non ritiene di meritare; si sente a sua volta tradito - o perlomeno abbandonato - da gente che fino a ieri lo ha esaltato e che in suo nome ha ottenuto gloria, denaro e successo. Con la conseguenza che anche lui, che ha dimostrato di avere la tempra del combattente, finisce per essere toccato dalla depressione.
In questo autunno, tra i più freddi degli ultimi decenni, non c'è giorno che tv e stampa quotidiana descrivano, in reportages o analisi più o meno sofisticate, "tutti i guai del presidente", dando per scontato che sia già una "lame duck", un'anatra zoppa. Ieri il tabloid Daily News gli ha dedicato l'intera copertina e un pezzo in cui descrive il presidente che perde le staffe con tutti: e a fare le spese del suo nervosismo sarebbero anche il fido Rove e il vice Cheney.
Tutto ha avuto inizio con Katrina, da allora per George W. sembra ci siano solo guai.
CIA-GATE - Entro la settimana il `procuratore speciale' Patrick Fitzgerald potrebbe incriminare Karl Rove e Lewis `Scooter' Libby. Per la Casa Bianca sarebbe un grave danno anche di immagine, per Bush una perdita (Rove) non rimpiazzabile. La maggioranza dei giurati del Grand Jury è afro-americana, un problema in più per la Casa Bianca, la cui popolarità presso la comunità nera è ai minimi termini dopo il disastro di New Orleans.
CORTE SUPREMA - Harriet Miers (ex avvocato del presidente quando era governatore in Texas) nominata da Bush alla Corte Suprema rischia di non ottenere la conferma dal Senato dopo la ribellione dei gruppi più conservatori che volevano un nuovo giudice decisamente anti-aborto. Diversi senatori repubblicani potrebbero votare contro di lei, che potrebbe essere `salvata' solo dai democratici. Un no del Senato sarebbe un pesante schiaffo per Bush.
PARTITO/1 - I guai giudiziari dei due leader repubblicani al Congresso indeboliscono l'attività legislativa dell'amministrazione. Tom DeLay, ex capogruppo alla Camera è stato arrestato (e libero su cauzione) con l'accusa di «riciclaggio» per una vicenda di fondi elettorali locali (in Texas); Bill Frist, potente senatore e possibile (sempre meno) candidato alla Casa Bianca 2008 è invischiato in una storia di "insider trading" per avere venduto in tempi «sospetti» le azioni di una sua azienda.
PARTITO/2 - Diversi esponenti repubblicani stanno prendendo pubblicamente le distanze dalla Casa Bianca e in alcuni Stati il partito non riesce a trovare candidati per le elezioni del "mid- term" nel 2006: hanno paura di essere sconfitti a causa della "debolezza" dell'amministrazione Bush.
Neanche un anno dopo la trionfale elezione del 2 novembre 2004 George W. Bush non si aspettava certo di passare un "autunno nero", i mesi piu brutti da quando nel gennaio 2001 era entrato - dopo l'elezione piu contestata della storia - alla Casa Bianca.
Nel primo mandato il presidente che più aveva diviso l'America era riuscito a unificare con la guerra al terrorismo un paese sconvolto da quanto accaduto l'11 settembre; e, bene o male, anche nella contestata guerra in Iraq aveva avuto una solida maggioranza parlamentare e di opinione pubblica che gli aveva poi garantito il successo nella sfida contro Kerry. Il secondo quadriennio doveva essere il successo pieno; quello che garantisce ai presidenti americani un posto di rilievo nella storia patria e numeri tali - tra statistiche e sondaggi - da risultare inattaccabile ai molti avversari e ai nemici per partito preso.
I numeri, a giudicare dai diversi sondaggi, lo hanno già tradito (la sua popolarità non è mai stata così bassa) ma adesso il "presidente-commander in chief" sente crescere attorno a sé un malumore che non ritiene di meritare; si sente a sua volta tradito - o perlomeno abbandonato - da gente che fino a ieri lo ha esaltato e che in suo nome ha ottenuto gloria, denaro e successo. Con la conseguenza che anche lui, che ha dimostrato di avere la tempra del combattente, finisce per essere toccato dalla depressione.
In questo autunno, tra i più freddi degli ultimi decenni, non c'è giorno che tv e stampa quotidiana descrivano, in reportages o analisi più o meno sofisticate, "tutti i guai del presidente", dando per scontato che sia già una "lame duck", un'anatra zoppa. Ieri il tabloid Daily News gli ha dedicato l'intera copertina e un pezzo in cui descrive il presidente che perde le staffe con tutti: e a fare le spese del suo nervosismo sarebbero anche il fido Rove e il vice Cheney.
Tutto ha avuto inizio con Katrina, da allora per George W. sembra ci siano solo guai.
CIA-GATE - Entro la settimana il `procuratore speciale' Patrick Fitzgerald potrebbe incriminare Karl Rove e Lewis `Scooter' Libby. Per la Casa Bianca sarebbe un grave danno anche di immagine, per Bush una perdita (Rove) non rimpiazzabile. La maggioranza dei giurati del Grand Jury è afro-americana, un problema in più per la Casa Bianca, la cui popolarità presso la comunità nera è ai minimi termini dopo il disastro di New Orleans.
CORTE SUPREMA - Harriet Miers (ex avvocato del presidente quando era governatore in Texas) nominata da Bush alla Corte Suprema rischia di non ottenere la conferma dal Senato dopo la ribellione dei gruppi più conservatori che volevano un nuovo giudice decisamente anti-aborto. Diversi senatori repubblicani potrebbero votare contro di lei, che potrebbe essere `salvata' solo dai democratici. Un no del Senato sarebbe un pesante schiaffo per Bush.
PARTITO/1 - I guai giudiziari dei due leader repubblicani al Congresso indeboliscono l'attività legislativa dell'amministrazione. Tom DeLay, ex capogruppo alla Camera è stato arrestato (e libero su cauzione) con l'accusa di «riciclaggio» per una vicenda di fondi elettorali locali (in Texas); Bill Frist, potente senatore e possibile (sempre meno) candidato alla Casa Bianca 2008 è invischiato in una storia di "insider trading" per avere venduto in tempi «sospetti» le azioni di una sua azienda.
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