Da Punto Informatico del 08/09/2005
Originale su http://punto-informatico.it/p.asp?i=54813
P2P, si sgonfia la crociata delle major
Nuovi studi confermano che l'uso del peer-to-peer continua a crescere e proprio in questi giorni ha toccato vette mai raggiunte prima. L'offensiva giudiziaria contro produttori ed utenti non sembra dare alcun risultato
Roma - Nuovi dati e nuove ricerche confermano quanto vana fino a questo momento si sia rivelata la crociata delle major contro il file sharing. BigChampagne, società di misurazione che da lungo tempo tiene d'occhio il peer-to-peer, ha infatti presentato un nuovo studio secondo cui, al momento, i sistemi di scambio di file su Internet hanno conquistato una quantità di utenti mai raggiunta prima.
"Il file sharing - ha dichiarato il CEO dell'azienda Eric Garland - non è mai stato tanto popolare quanto lo è adesso. La gente ha sentito minacce legali e reprimende ma questo non è abbastanza. Non ci credono".
I dati raccolti da BigChampagne sembrano non lasciare spazi alle interpretazioni: ad agosto in ogni momento erano mediamente connessi ai principali sistemi di sharing 9,6 milioni di persone. Questo significa un aumento deciso rispetto ai 6,8 milioni conteggiati un anno prima. Se si considera come in questo ultimo anno l'offensiva giudiziaria delle major si sia estesa ulteriormente, non è difficile comprendere l'impatto di questi numeri sulle speranze dei detentori del diritto d'autore di porre fine al libero scambio di file su una rete mondiale di computer.
Dalla loro, i detentori del diritto d'autore hanno una legislazione internazionale che sempre più prende di mira i comportamenti illeciti degli utenti. La sola industria discografica americana grazie a quelle normative ha identificato e denunciato 14mila utenti colpevoli di aver posto in condivisione un gran numero di file protetti e sulla stessa strada vanno muovendosi i produttori cinematografici. Ma gli arresti o la chiusura di siti web evidentemente non bastano.
Soltanto pochi giorni fa, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, l'industria ha archiviato un'importante vittoria legale in Australia contro Kazaa e nei mesi scorsi ha ottenuto dalla Corte Suprema americana una sentenza decisiva contro i sistemi di sharing. Eppure, come rileva BigChampagne, il flusso di utenti attratti dalle possibilità offerte dal P2P non diminuisce, anzi aumenta costantemente, come già indicato da altri importanti studi.
In questo scenario appaiono ovvie le parole rivolte da Garland all'industria dei contenuti: a suo dire è necessario focalizzarsi nel trasformare gli utenti in clienti della musica e del cinema, spingendosi molto oltre rispetto a quanto già realizzato con piattaforme come Apple iTunes. In questo senso Garland cita l'incompatibilità dei formati utilizzati, le difficoltà nell'uso dei materiali acquistati, la scarsa portabilità da un dispositivo all'altro e via dicendo. "L'incompatibilità - ha sentenziato - è un incubo per i consumatori".
"Il file sharing - ha dichiarato il CEO dell'azienda Eric Garland - non è mai stato tanto popolare quanto lo è adesso. La gente ha sentito minacce legali e reprimende ma questo non è abbastanza. Non ci credono".
I dati raccolti da BigChampagne sembrano non lasciare spazi alle interpretazioni: ad agosto in ogni momento erano mediamente connessi ai principali sistemi di sharing 9,6 milioni di persone. Questo significa un aumento deciso rispetto ai 6,8 milioni conteggiati un anno prima. Se si considera come in questo ultimo anno l'offensiva giudiziaria delle major si sia estesa ulteriormente, non è difficile comprendere l'impatto di questi numeri sulle speranze dei detentori del diritto d'autore di porre fine al libero scambio di file su una rete mondiale di computer.
Dalla loro, i detentori del diritto d'autore hanno una legislazione internazionale che sempre più prende di mira i comportamenti illeciti degli utenti. La sola industria discografica americana grazie a quelle normative ha identificato e denunciato 14mila utenti colpevoli di aver posto in condivisione un gran numero di file protetti e sulla stessa strada vanno muovendosi i produttori cinematografici. Ma gli arresti o la chiusura di siti web evidentemente non bastano.
Soltanto pochi giorni fa, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, l'industria ha archiviato un'importante vittoria legale in Australia contro Kazaa e nei mesi scorsi ha ottenuto dalla Corte Suprema americana una sentenza decisiva contro i sistemi di sharing. Eppure, come rileva BigChampagne, il flusso di utenti attratti dalle possibilità offerte dal P2P non diminuisce, anzi aumenta costantemente, come già indicato da altri importanti studi.
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