Da La Repubblica del 10/03/2005

Il rabbino Yossef, leader del partito Shas: "Il Signore gli dia un colpo in testa". Si teme l´"effetto Rabin"

"Sharon, che tu possa morire"

Israele, gli ultraortodossi contro il premier per il ritiro su Gaza

Allarme fra i servizi per la possibilità di un attentato al primo ministro

di Marco Ansaldo

«Che il Santo Signore gli dia un colpo in testa! Che muoia e non si rialzi più!». Scuotono tutta Israele le parole del rabbino Ovadia Yossef, capo del partito Shas, ultraortodosso, rivolte niente meno che all´indirizzo del primo ministro Ariel Sharon. Ma l´anziano leader politico e religioso non è solo, nelle ingiurie lanciate contro il premier. Ieri un suo collega ultrà, il rabbino Yosef Dayan, si è dichiarato pronto a invocare su Sharon una tremenda maledizione biblica.

C´è paura ora in Israele per la vita del capo del governo. A soli quattro mesi dal programmato ritiro dell´esercito da Gaza, previsto per luglio, e voluto caparbiamente da Sharon, il paese vive un clima di toni avvelenati. Con il premier contestato violentemente dalla destra nazionalista, dalla lobby dei coloni e dai rabbini ultrà. Una minaccia che a molti osservatori ricorda da vicino l´atmosfera che nel 1996 precedette l´omicidio dell´allora primo ministro Yitzhak Rabin da parte di un fanatico israeliano di estrema destra.

Nell´attacco diretto Yossef si è persino spinto ad auspicare la morte di Sharon per intervento divino. Nel sermone settimanale pronunciato nella sinagoga di Shavaat Daat a Gerusalemme, temendo che il ritiro da Gaza possa comportare la rimozione dei collegi rabbinici, l´anziano rabbino ha detto: «Ma quanto è crudele quello scellerato. Che il Santo Signore gli dia un colpo in testa! Che muoia e non si rialzi più!». Le parole di Yossef - comunque noto per le esternazioni piuttosto controverse - sono state riportate dai giornali con grande risalto. I suoi collaboratori hanno subito cercato di minimizzarne la portata, sostenendo che il rabbino era stato frainteso e che «in realtà auspicava la morte del piano di evacuazione».

Ma i quotidiani non sembrano avere dubbi sul senso delle parole del novantenne leader spirituale del partito, in grado di controllare 9 seggi sui 120 nella Knesset, il parlamento. E il ministro laburista del governo Sharon, Orit Noked, ha chiesto alla procura generale dello Stato di valutare se non vi siano gli estremi per una denuncia penale contro il rabbino, per «incitamento» contro il premier. Quello di ieri è del resto solo l´ultimo di una serie di moniti lanciati verso Sharon, la maggior parte scagliata da leader religiosi fondamentalisti.

L´allarme dell´intelligence israeliana si è subito elevato. I servizi considerano molto seriamente la possibilità di un attentato contro il capo del governo, e negli ultimi mesi le misure di sicurezza che lo circondano sono state rafforzate. Gli organi della sicurezza temono anche un attentato da parte degli ultrà della destra contro la spianata delle Moschee a Gerusalemme, il terzo luogo più sacro per i musulmani. Lo scopo: innescare una spirale di violenza che faccia fallire il piano del premier, impedendo così definitivamente il ritiro da Gaza.

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