Da Corriere della Sera del 12/01/2005

Michael Chertoff scelto dopo il superpoliziotto Kerik, costretto a rinunciare per i sospetti sul suo passato

Il giudice che indagò su Clinton sarà lo Zar antiterrore d’America

di Ennio Caretto

WASHINGTON - Il presidente Bush avrebbe voluto come ministro della Sicurezza nazionale un superpoliziotto, ma l’uomo da lui designato, Bernard Kerik, l’ex Commissario capo di New York, dovette rinunciarvi per una serie di ombre nel suo passato, sul quale si era lanciata la stampa. Bush è così ricorso a un supermagistrato dall’assoluta trasparenza. Michael Chertoff, 51 anni, ha già ottenuto tre volte l'approvazione del Congresso a precedenti cariche e succederà all'ex marine Tom Ridge. «E' un manager esperto, un giudice obiettivo e una mente brillante», l’ha presentato ieri il presidente all’America. «Siamo ancora in guerra, e Michael adotterà tutte le misure necessarie per vincerla sul fronte interno».

Chertoff è un eroe per i repubblicani ed eviterà nuovi imbarazzi a Bush. Fu il legale del Senato nello scandalo Whitewater del presidente Clinton ed è stato l’uomo di punta del ministero della Giustizia dopo le stragi dell’11 settembre 2001. Come ha ricordato il presidente, «fu uno dei primi ad attribuirle ad Al Qaeda e a proporre la guerra preventiva contro il terrorismo». Ma per i democratici, il magistrato è anche uno dei responsabili degli abusi sui prigionieri iracheni ad Abu Ghraib a Bagdad e sui detenuti talebani a Guantanamo. Le udienze sulla nomina saranno accese, sebbene nessuno neghi che sia adatto a reggere il ministero della Sicurezza nazionale.

Chertoff avrà il compito di coordinare le attività dell’Fbi, la polizia federale, con quelle di altre 23 agenzie nazionali e di tutte le polizie locali, nonché di difendere le infrastrutture del Paese. Ma il bilancio del ministero verrà ridimensionato a causa delle spese della guerra dell’Iraq, e Chertoff si troverà a competere con i servizi segreti e il Pentagono. E’ anche per queste ragioni che Ridge si è dimesso. Il magistrato ieri ha voluto rendergli omaggio, assicurando che ne rafforzerà la eredità. Ma sa che l’America si aspettava una scelta di più alto profilo; in particolare, molto si era parlato dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani.

Giuliani, tuttavia, ha rifiutato questa e altre offerte del presidente. Lo ha fatto perché intende candidarsi alla Casa Bianca nel 2008 senza il fardello del bushismo, che si profila pesante, dall’Iraq alle finanze dello Stato.

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