Da Corriere della Sera del 22/11/2004

Presidenziali in Ucraina, per gli exit poll in vantaggio Yushchenko. Che nella notte denuncia «brogli totali»

Kiev, l’opposizione grida vittoria

I primi risultati ufficiali davano in testa il filorusso Yanukovich. La gente in piazza

di Fabrizio Dragosei

KIEV - In una nottata gelida, migliaia di sostenitori del leader dell'opposizione Viktor Yushchenko hanno presidiato il centro di Kiev dopo che gli exit poll avevano assegnato la vittoria al loro beniamino: 54 contro 43%. Il primo ministro Viktor Yanukovich avrebbe dunque perso, ma i suoi si rifiutano di ammetterlo e anzi sostengono il contrario. I primi risultati ufficiali della commissione elettorale assegnavano infatti un vantaggio sensibile a Yanukovich, 50,5 contro il 46 del suo avversario. Si tratta però di dati che riguardano solo un terzo dei voti espressi e che provengono soprattutto dall'Ucraina sud orientale, roccaforte dei russofili favorevoli al primo ministro. Numeri che, senza manipolazioni, non dovrebbero modificare il quadro espresso dagli exit poll.

Così, si attendono risultati più significativi per stamane, quando i sostenitori di Yushchenko scenderanno nuovamente in piazza. Il premier potrebbe far annunciare una sua vittoria, in attesa di un conto definitivo dei voti che potrebbe richiedere giorni. Il filoccidentale Yushchenko, appoggiato da Unione Europea e Stati Uniti, ha però già detto chiaramente di non essere disposto ad aspettare tanto. Ieri sera ha tentato invano di raggiungere l'ufficio del presidente della Commissione elettorale.

Poi ha denunciato «falsificazioni totali» da parte del potere. Se sarà necessario, i suoi sostenitori sono pronti a imporre la sua vittoria.

Si pensa di ripetere l'esperienza serba e quella georgiana, quando la folla costrinse chi deteneva il potere a riconoscere il verdetto delle urne. In Ucraina il confronto potrebbe risolversi così, ma potrebbe anche portare a scontri di piazza. Le autorità hanno fatto affluire a Kiev ingenti forze di polizia e Yanukovich ha anche minacciato di ricorrere a migliaia di minatori suoi sostenitori.

I risultati delle interviste condotte fuori dai seggi non sembrano dare adito a dubbi. i maggiori istituti assegnano la vittoria a Yushchenko: 54% contro 43%. Per quanto riguarda i voti effettivamente scrutinati, fino a tarda notte si era al 25%.

Secondo un consigliere di Yushchenko, sarebbero in corso contatti tra il candidato dell'opposizione e il presidente uscente Leonid Kuchma affinché questi riconosca il risultato elettorale, abbandoni il proprio delfino Yanukovich ed eviti così il rischio di guerra civile. Ieri sera sono state diffuse anche notizie preoccupanti. La polizia avrebbe bloccato un'auto con un chilo e mezzo di esplosivo. La vettura proveniva dall'Ucraina occidentale, roccaforte di Yushchenko. Naturalmente i suoi sostenitori hanno subito affermato che si trattava di una provocazione.

Fino all'ultimo i due contendenti hanno giocato tutte le loro carte. Yanukovich, nominato primo ministro due anni fa, ha avuto il sostegno della parte mineraria e più filorussa del paese. Anche da Mosca sono partiti treni e autobus carichi di elettori «precettati». E poi il sostegno di Kuchma, eletto per la prima volta nel 1994 e che non può più presentarsi candidato. Yushchenko ha avuto l'appoggio dell'Occidente. Alla vigilia del voto, George W. Bush ha fatto recapitare una lettera a Kuchma invitandolo perentoriamente a non lasciare spazio ai brogli.

La campagna e le operazioni di voto sono state tutt'altro che regolari, con molti episodi denunciati dall'opposizione. Una tv alla quale era stata «staccata la spina» mentre documentava manovre dei sostenitori di Yanukovich che spostavano elettori compiacenti da un seggio all'altro. Pacchi di schede che sarebbero state rubate nella notte tra sabato e domenica. A un certo punti anche l'uccisione di un capitano di polizia davanti a un seggio. Fatto ancora non del tutto chiarito. Militanti di Yushchenko hanno bloccato alcuni autobus che portavano gli elettori a votare fuori Kiev. Quella degli autobus è una pratica legata alla possibilità riconosciuta dalla legge di votare anche in un altro seggio, «per motivi personali». L'opposizione è convinta che in questo modo gruppi di elettori compiacenti siano stati portati dagli uomini di Yanukovich in seggi dove il voto poteva essere manipolato. Al primo turno ben 3 milioni di elettori avrebbero scelto di votare fuori dal proprio seggio, un numero abnorme. Alla vigilia del secondo turno, il parlamento ha proibito questa pratica. Ma il presidente non ha controfirmato la legge.

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