Da Corriere della Sera del 03/10/2004

Immigrati e lavoro, l’impresa chiede nuove regole

Confindustria boccia la Bossi-Fini: ora un approccio più liberale. Il governo pronto ad aumentare gli ingressi per il 2004

di Lorenzo Salvia

ROMA - Sembra un paradosso. Eppure è proprio il presidente degli industriali a criticare l’approccio «tutto economicista» della Bossi-Fini. Non è la prima volta che Luca Cordero di Montezemolo boccia la legge voluta dal centrodestra per fermare i clandestini. Né la prima occasione in cui dice di guardare con fiducia al nuovo commissario Ue all’immigrazione Rocco Buttiglione, esponente di quel partito della maggioranza (l’Udc) che su questo tema ha sempre avuto l’atteggiamento più moderato: «Su Buttiglione contiamo molto, a lui vanno i nostri sinceri e interessati auguri», perché serve un «approccio più liberale». Ma una prima risposta alle insistenze del mondo produttivo potrebbe arrivare a giorni: il governo sta lavorando all’ipotesi di integrare gli ingressi autorizzati per il 2004 con un nuovo decreto flussi. Un numero di extracomunitari compreso tra 5 e 10 mila per dare ossigeno al settore dell’agricoltura che ne chiede 16 mila. Quello degli stagionali, però, non è che uno dei tanti problemi. E nell’analisi fatta ieri dal palco di Capri dell’assemblea dei giovani di Confindustria, Montezemolo è sceso nei dettagli: «Si pretende che entrino in Italia solo coloro che già hanno un lavoro e che se ne vadano solo quando il lavoro non c’è più. Si vorrebbero fare le selezioni nei Paesi d’origine. Gli ingressi autorizzati e scelti sono quasi inesistenti mentre assistiamo ad ingressi clandestini e non regolamentati, contrastati volenterosamente dal ministero dell’Interno che usa con la dovuta cautela i suoi strumenti coercitivi». Il risultato, secondo il presidente di Confindustria, è che «subiamo l’immigrazione invece di governarla e rischiamo di accogliere una selezione perversa di stranieri: quelli che accettano condizioni estreme e accettano l’infrazione della legge pur di arrivare da noi». Nello stesso giorno anche il governatore della Banca d’Italia ha toccato l’argomento: «L’immigrazione - ha detto Antonio Fazio - può fornire un contributo positivo ma richiede regole precise, controlli, piena affermazione delle legalità». Ed è proprio su questi ultimi aspetti che insiste un altro ministro, Maurizio Gasparri (An): «Il governo ha naturalmente l’obiettivo di collegare le politiche dell’immigrazione al mondo del lavoro ma non può prescindere dall’esigenza della sicurezza che la maggior parte della popolazione ritiene prioritaria».

E se Montezemolo parla della necessità di una «politica europea dell’immigrazione» si registrano le prime difficoltà sul piano Ue per finanziare i centri d’accoglienza in Africa. Nell’incontro di ieri a Roma con i colleghi italiano e portoghese i ministri degli Esteri di Francia a Spagna hanno espresso le loro perplessità sul piano del rispetto dei diritti umani.

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