Da La Repubblica del 30/10/2004
Volkswagen, Opel e DaimlerChrysler soffrono per gli scioperi e calo degli utili. Si salvano solo Bmw e Porsche
Crisi profonda per l´auto tedesca
di Andrea Tarquini
BERLINO - Scioperi e calo di utili e vendite, seri problemi d´immagine e perdite in Borsa: è esplosa in tutta la sua gravità la crisi dell´auto made in Germany, e minaccia di assumere i connotati di una mini-crisi di sistema, un colpo all´identità e alla sicurezza di sé dell´azienda-paese. Dalla Volkswagen, alla Opel, alla DaimlerChrysler, quasi tutte le case sono coinvolte: produttori di massa e marchi di lusso. Uniche, illustre eccezioni controtendenza: Bmw e Porsche, le sole aziende delle quattroruote targate Germania capaci di evitare clamorosi errori di management e di restare sempre più vincenti sui mercati. La crisi Volkswagen, con il fallimento dei negoziati sul rinnovo contrattuale, è la più pesante per la stabilità sociale. Ma soffre, con le eccezioni citate, tutto il comparto che dal dopoguerra a oggi era stato locomotiva e simbolo di successo del Modell Deutschland: proprio ieri Le Monde ha quantificato in 41 mila gli esuberi in Germania dall´inizio dell´anno. Wirtschaftswoche, l´autorevole settimanale economico, si chiede inquieto «cosa resta dell´auto tedesca?». Vediamo la situazione, azienda per azienda.
VOLKSWAGEN. Le trattative per il rinnovo del contratto tra la direzione dell´azienda a partecipazione pubblica e il sindacato IgMetall sono falliti. La centrale operaia ha scatenato scioperi d´avvertimento, che lunedì si allargheranno a tutte le fabbriche del gruppo nel paese. L´azienda si dice decisa a non cedere: un blocco retributivo e un orario di lavoro allungabile senza pagamento automatico dello straordinario le sembrano inevitabili se si vuole evitare il taglio di circa 30mila posti di lavoro.
La situazione del gruppo è drammatica: gli utili sono caduti del 62 per cento, per il settimo trimestre consecutivo. Il che, ricorda la Frankfurter Allgemeine, vuol dire né più né meno che Vw non fa più soldi producendo e vendendo auto.
OPEL. Il lavoro è ripreso, ma la crisi resta. Si tratta ma General Motors vuole tagliare 12mila esuberi in Europa di cui 10mila in Germania. Le fabbriche tedesche, dice il management del colosso Usa, costano troppo e sono meno competitive rispetto a quelle svedesi, polacche, spagnole. La quota di mercato è in calo.
DAIMLERCHRYSLER. La casa ritenuta ancora il marchio più prestigioso e blasonato affronta drammatici problemi di qualità. Bmw l´ha per la prima volta sorpassata nelle vendite. Sul mercato Usa la sopravanza prima di tutte Lexus, il marchio di lusso di Toyota. Problemi di affidabilità dell´elettronica ritardano il lancio dei nuovi modelli, dopo il clamoroso richiamo di 680mila limousine "classe E" per problemi alla gestione elettronica dei freni. Si aggiunge l´ombra di uno scandalo. La Securities and exchange commission americana (l´autorità di controllo del mercato) indaga sull´accusa di un dipendente licenziato, secondo cui DaimlerChrysler avrebbe conti segreti per pagare bustarelle e tangenti nel mondo. Va meglio Chrysler, sempre male invece Smart il cui futuro è più incerto che mai.
VOLKSWAGEN. Le trattative per il rinnovo del contratto tra la direzione dell´azienda a partecipazione pubblica e il sindacato IgMetall sono falliti. La centrale operaia ha scatenato scioperi d´avvertimento, che lunedì si allargheranno a tutte le fabbriche del gruppo nel paese. L´azienda si dice decisa a non cedere: un blocco retributivo e un orario di lavoro allungabile senza pagamento automatico dello straordinario le sembrano inevitabili se si vuole evitare il taglio di circa 30mila posti di lavoro.
La situazione del gruppo è drammatica: gli utili sono caduti del 62 per cento, per il settimo trimestre consecutivo. Il che, ricorda la Frankfurter Allgemeine, vuol dire né più né meno che Vw non fa più soldi producendo e vendendo auto.
OPEL. Il lavoro è ripreso, ma la crisi resta. Si tratta ma General Motors vuole tagliare 12mila esuberi in Europa di cui 10mila in Germania. Le fabbriche tedesche, dice il management del colosso Usa, costano troppo e sono meno competitive rispetto a quelle svedesi, polacche, spagnole. La quota di mercato è in calo.
DAIMLERCHRYSLER. La casa ritenuta ancora il marchio più prestigioso e blasonato affronta drammatici problemi di qualità. Bmw l´ha per la prima volta sorpassata nelle vendite. Sul mercato Usa la sopravanza prima di tutte Lexus, il marchio di lusso di Toyota. Problemi di affidabilità dell´elettronica ritardano il lancio dei nuovi modelli, dopo il clamoroso richiamo di 680mila limousine "classe E" per problemi alla gestione elettronica dei freni. Si aggiunge l´ombra di uno scandalo. La Securities and exchange commission americana (l´autorità di controllo del mercato) indaga sull´accusa di un dipendente licenziato, secondo cui DaimlerChrysler avrebbe conti segreti per pagare bustarelle e tangenti nel mondo. Va meglio Chrysler, sempre male invece Smart il cui futuro è più incerto che mai.
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