Da La Repubblica del 08/10/2004
Strage di turisti israeliani
Kamikaze in azione in tre località balneari del Sinai ,decine di morti
Esplosioni in due altri resort per villeggianti a Camp El Tarabin e nell´oasi di Nueiba
A Taba, vicino al confine, è stato colpito l´Hotel Hilton, che poi è parzialmente crollato
di Alberto Stabile
GERUSALEMME - Fuoco, sangue, morte nelle località preferite dai turisti israeliani sul Mar Rosso: a Taba, a Nueiba, a Ras al Sultan. A Taba l´hotel Hilton è stato sventrato e dato alle fiamme da una potente esplosione alle dieci di ieri sera. Le poche testimonianze raccolte a caldo parlano di decine di feriti, le unità di soccorso israeliane giunte sul posto confermano e aggravano le prime sensazioni: ci sono almeno 23 vittime, i feriti non sono meno di un centinaio. Secondo la testimonianza di un giornalista della radio Israele, «l´albergo è in fiamme sul lato est, dove c´è l´ingresso e la lobby. Ospiti dell´albergo in preda al panico continuano a uscire dalla zona incendiata».
«Ho sentito un´esplosione enorme», ha detto un giovane di nome Yigal alla radio militare israeliana, «Il muro accanto a me è crollato. Tutti sono scappati via, c´erano molti feriti. L´esplosione era all´esterno dell´albergo. Ma quando sono uscito mi sono accorto che l´intero edificio era crollato, i negozi interni erano stati spazzati via. La gente urlava, c´era un sacco di sangue...».
Dopo la prima esplosione le notizie si accavallavano: anziché Taba, sembrava fosse stata colpita la città israeliana di Eilat, che materialmente confina con la città egiziana. Non era chiaro nemmeno se si trattasse di una autobomba guidata da due kamikaze, come sostenevano alcuni testimoni, o di una banale fuga di gas. Poi sono arrivate altre due esplosioni, entrambe su località turistiche: una a Nueiba, sulla strada tra Taba e Sharm el-Sheikh, la terza a Ras-al- Sultan, pochi chilometri a sud-ovest di Taba. In quest´ultima sarebbero morte almeno sette persone. E quasi subito i servizi segreti israeliani hanno confermato: «Siamo convinti che sia un attentato».
Dopo la prima esplosione, le autorità israeliane hanno dato via libera ai loro mezzi di soccorso e ai vigili del fuoco perché passassero il confine. La maggior parte delle vittime è infatti israeliana: si tratta di turisti arrivati nella località di vacanza per la celebrazione del Sukkot, la festa dei tabernacoli, che ricorda l´uscita degli ebrei dall´Egitto. Nella zona è alto anche il numero dei turisti russi.
Da alcune settimane, da quando Israele è entrato nel periodo delle grandi feste che si sono concluse proprio ieri sera, gli uomini dell´intelligence avevano lanciato una serie di avvertimenti ai turisti israeliani, invitandoli a non andare in Sinai, una delle mete preferite. A metà settembre, il fermo da parte delle autorità egiziane di cinque giovani palestinesi aveva innalzato il livello d´allarme. Secondo i servizi segreti i cinque avevano pianificato un attacco contro i turisti israeliani che in questo periodo si indirizzano nelle diverse località del Sinai. L´Egitto aveva smentito.
Le autorità locali escludono che fra le vittime ci siano italiani. L´unità di crisi della Farnesina è in contatto con l´ambasciata del Cairo e con il console onorario a Eilat, ma sui luoghi delle bombe la confusione è enorme.
«Ho sentito un´esplosione enorme», ha detto un giovane di nome Yigal alla radio militare israeliana, «Il muro accanto a me è crollato. Tutti sono scappati via, c´erano molti feriti. L´esplosione era all´esterno dell´albergo. Ma quando sono uscito mi sono accorto che l´intero edificio era crollato, i negozi interni erano stati spazzati via. La gente urlava, c´era un sacco di sangue...».
Dopo la prima esplosione le notizie si accavallavano: anziché Taba, sembrava fosse stata colpita la città israeliana di Eilat, che materialmente confina con la città egiziana. Non era chiaro nemmeno se si trattasse di una autobomba guidata da due kamikaze, come sostenevano alcuni testimoni, o di una banale fuga di gas. Poi sono arrivate altre due esplosioni, entrambe su località turistiche: una a Nueiba, sulla strada tra Taba e Sharm el-Sheikh, la terza a Ras-al- Sultan, pochi chilometri a sud-ovest di Taba. In quest´ultima sarebbero morte almeno sette persone. E quasi subito i servizi segreti israeliani hanno confermato: «Siamo convinti che sia un attentato».
Dopo la prima esplosione, le autorità israeliane hanno dato via libera ai loro mezzi di soccorso e ai vigili del fuoco perché passassero il confine. La maggior parte delle vittime è infatti israeliana: si tratta di turisti arrivati nella località di vacanza per la celebrazione del Sukkot, la festa dei tabernacoli, che ricorda l´uscita degli ebrei dall´Egitto. Nella zona è alto anche il numero dei turisti russi.
Da alcune settimane, da quando Israele è entrato nel periodo delle grandi feste che si sono concluse proprio ieri sera, gli uomini dell´intelligence avevano lanciato una serie di avvertimenti ai turisti israeliani, invitandoli a non andare in Sinai, una delle mete preferite. A metà settembre, il fermo da parte delle autorità egiziane di cinque giovani palestinesi aveva innalzato il livello d´allarme. Secondo i servizi segreti i cinque avevano pianificato un attacco contro i turisti israeliani che in questo periodo si indirizzano nelle diverse località del Sinai. L´Egitto aveva smentito.
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