Da La Stampa del 28/09/2004
Originale su http://www.lastampa.it/redazione/news_high_tech/archivio/0409/microsof...

Tra giovedi’ e venerdi’ il giudizio della Corte di Lussemburgo

Microsoft: pronti a cambiare Windows

Nello scontro con la Ue, gli avvocati di Bill Gates sono convinti di ottenere una sospensione della maxi-multa. «Ma in caso di sconfitta rispetteremo il verdetto e modificheremo il programma»

di Enrico Singer

Il ramo d'ulivo in una mano e un ponderoso volume di argomentazioni legali nell'altra. Brad Smith, il capo dell'agguerrita pattuglia di avvocati di Microsoft, si è presentato ieri a Bruxelles deciso a vincere il primo round della battaglia contro la condanna per «posizione dominante» che il commissario alla Concorrenza, Mario Monti, ha inflitto al colosso dell'informatica il 24 marzo scorso. Ma ha anche annunciato che, nel caso contrario, Bill Gates è pronto a fare quello che la Corte di giustizia gli chiederà. «Il gruppo di Redmond ha già speso alcuni milioni di dollari e sarà, eventualmente, in grado di rispettare la decisione dei giudici».

Questa è una novità perché, finora, Microsoft aveva sostenuto che, al di là delle questioni in punto di diritto, esistevano anche delle «difficoltà tecniche» che rendevano «complessa, se non impossibile» l'adozione dei rimedi chiesti da Monti.

Ma l'obiettivo numero uno degli avvocati di Bill Gates, naturalmente, resta la sospensione delle misure adottate dal commissario alla Concorrenza. Ed è proprio sul ricorso sospensivo che, giovedì e venerdì, si discuterà nell'aula del Tribunale di prima istanza della Corte del Lussemburgo. I giudici ascolteranno il collegio difensivo di Bill Gates, i legali della Commissione ed anche i rappresentanti delle terze parti interessate alla vicenda. Il verdetto del presidente del Tribunale di prima istanza è atteso per la fine di ottobre. Per ottenere la sospensione dei rimedi chiesti da Monti, Microsoft dovrebbe riuscire a dimostrare che la loro adozione - in attesa della sentenza di merito avrà tempi più lunghi - determinerebbe «un danno grave ed irreparabile». E questa questa è la tesi che Brad Smith sosterrà di fronte alla Corte di giustizia europea.

L'avvocato di Bill Gates ha già detto che, in caso di vittoria sul primo ricorso, Microsoft è pronta a negoziare con Bruxelles un compromesso che eviti la sentenza definitiva. «Speriamo che il tribunale ci dia ragione e che nel futuro avremo ancora l' opportunità di sederci intorno ad un tavolo per discutere la questione», ha detto Smith. Ma se la Corte dovesse bocciare le sue argomentazioni, Microsoft è pronta ad adeguarsi e a mettere sul mercato europeo una versione di Windows senza il programma Media Player che consente di ascoltare musica e vedere immagini.

La condanna per posizione dominante inflitta da Mario Monti - oltre ad una multa-record di 497 milioni di euro - prevedeva proprio questo «rimedio» per consentire agli utenti di installare e utilizzare anche sistemi multimediali prodotti dai concorrenti di Microsoft come, per esempio, Real Player. Monti aveva chiesto anche che Bill Gates «condividesse» con altri produttori di software le informazioni di base di Windows per mettere in rete i cosiddetti «server di fascia bassa».

Contro questi «rimedi», Microsoft si era immediatamente appellata alla Corte di giustizia dell'Unione europea - che ha sede in Lussemburgo - presentando due ricorsi: uno per annullare la condanna e l'altro per chiedere, intanto, la sospensione delle condizioni poste da Monti fino al giorno della sentenza definitiva. La supermulta da 497 milioni di euro è stata, invece, già versata secondo le regole europee che prevedono, comunque, il congelamento della somma fino alla conclusione dell'iter giudiziario.

Sull'esito finale del ricorso, Brad Smith è apparso molto fiducioso. «Sarà una settimana importante e noi speriamo in una vittoria», ha detto l'avvocato che ha incontrato un gruppo di giornalisti ieri a Bruxelles e ha ripetuto la sostanza della linea sue difensiva: se Microsoft dovesse adottare i rimedi prima della sentenza definitiva, che potrebbe arrivare anche tra due anni, subirebbe già un danno che considera «grave ed irreparabile».

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