LONDRA - E´ rimasto lui: Kenneth Bigley, 62 anni, cittadinanza inglese. Uccisi per decapitazione i due colleghi americani insieme a cui era stato rapito, insieme ai quali era apparso nell´agghiacciante filmato trasmesso dai terroristi, è rimasto vivo solo lui. Se vale la minaccia dei rapitori di eliminare un prigioniero ogni 24 ore, la scimitarra dell´estremismo islamico scenderà sulla sua testa intorno alle 20 di questa sera. Un conto alla rovescia feroce, che dà ai familiari di Bigley l´illusione di potere ancora sperare. Ieri mattina hanno inviato un appello televisivo a Tony Blair, implorandolo di intervenire. Di fatto, lo accusano di poterlo salvare e non fare nulla per salvarlo. Parole pronunciate davanti alle telecamere, ritrasmesse dalle televisioni di questo paese per tutta la giornata, parole che mettono Blair in seria difficoltà in un paese sempre più scettico verso la guerra: il 71 per cento della popolazione, secondo un sondaggio, vuole il ritiro delle proprie truppe dall´Iraq. Il leader laburista ha reagito alzando il telefono e chiamando personalmente la famiglia Bigley. Ha ribadito loro che il suo governo sta facendo «tutto quanto è possibile». Ma non farà l´impossibile, l´inammissibile: non cederà alle richieste dei rapitori. Ogni concessione al terrorismo, ripetono i suoi portavoce, non farebbe altro che incoraggiare nuovo terrorismo, altri sequestri, altri ricatti.

Politicamente, un ragionamento ineccepibile. Umanamente, non cancella l´angoscia e il dolore della famiglia. «Chiedo a Tony Blair di considerare le sofferenze e il sangue che ha provocato sinora», dice dal video Craig, figlio di Bigley. «Soltanto lei, primo ministro, può salvare mio padre. Per favore, accolga le richieste e lo salvi. Due donne per un uomo». E´ un´allusione alle richieste dei terroristi: il rilascio di «tutte le prigioniere irachene». La Gran Bretagna ha reso noto di non averne «nemmeno una», ha ribadito ieri alla tivù al Arabya un portavoce del Foreign Office. Gli Stati Uniti ammettono di averne due. Ma Bush non ha nessuna intenzione di liberarle, né Blair di premere sul presidente americano affinché lo faccia.

«Abbiamo visto il nostro primo ministro andare a inaugurare un nuovo treno superveloce che farà risparmiare tempo ai pendolari», dice nell´appello televisivo un altro familiare dell´ostaggio, Philip Bigley, «ma il nostro premier non ha tempo per salvare mio fratello. E´ l´unico che avrebbe il potere di salvarlo. La vita di Kenneth è nelle sue mani». A Liverpool, la città dei Bigley, ieri sera la sua parrocchia ha organizzato una veglia di preghiera a lume di candela. Il vescovo anglicano e il leader della comunità musulmana locale hanno chiesto ai rapitori «se sono credenti, di avere pietà e risparmiare una vita umana». Intanto il conto alla rovescia continua.