Da The New York Times del 04/08/2004
Scarso il vantaggio dello sfidante democratico dopo la Convention: il più basso dal 1972
Dopo Boston Kerry non decolla E´ ancora testa a testa con Bush
di Adam Nagourney
Washington - Secondo i sondaggi dello scorso weekend, il senatore John Kerry è uscito da questo mese importante - durante il quale ha annunciato il nome del candidato alla vicepresidenza e ha accettato formalmente dal partito democratico la nomination per la corsa alla presidenza - con poche variazioni sostanziali nel serrato confronto con il presidente Bush. Dai sondaggi risulta anche che Kerry sembra riuscito a migliorare la propria posizione nei confronti di Bush su questioni cruciali, che comprendono l´Iraq e l´economia. Tre distinti rilevamenti, effettuati da quando a Boston giovedì scorso Kerry ha accettato la nomination, hanno evidenziato che la competizione tra il senatore e Bush resta serrata, un testa a testa, con poche differenze rispetto a quando Kerry ha annunciato la scelta di John Edwards come candidato alla vicepresidenza. Quella notizia aveva segnato l´inizio di tre settimane di interesse senza pari nei confronti del candidato democratico e di una copertura ampiamente positiva da parte degli organi di informazione. I due candidati alla presidenza erano alla pari o Kerry era in leggero vantaggio.
Quello di Kerry è stato il più modesto vantaggio post-convention mai ottenuto da uno sfidante sin dal 1972, quando a Miami George McGovern ottenne la nomination nel cuore della notte da un partito democratico spaccato in due: lo sottolinea Frank Newport, capo dei Sondaggi Gallup. Un passo in avanti così piccolo sottolinea quanto serrata sia la competizione e lascia intendere che l´elettorato ha in linea di massima già preso una decisione. Mark Mellman, sondaggista di Kerry, ha mostrato i rilevamenti di Abc News/Washington Post, Cbs News, e Cnn/Usa Today/Gallup: tutti mostrano che le opinioni degli americani su John Kerry sono migliorate dopo la Convention che ha mirato proprio a rafforzare le sue credenziali in tema di sicurezza e di politica estera. In particolare, il sondaggio della Gallup ha evidenziato che la stessa percentuale di americani, il 48 per cento, ritiene di poter riporre fiducia in Bush o in Kerry e nutre la certezza che il loro candidato favorito possa "gestire le responsabilità di comandante in capo dell´esercito". Prima della Convention, invece, le preferenze su questa stessa domanda andavano a Bush, che guidava la classifica su Kerry per 51 punti percentuali a 43.
Tuttavia, i dati che continuano ad arrivare sembrano portare notizie poco gradite per la campagna di Kerry, ora che Bush si accinge, questo mese, a reclamare un posto sotto i riflettori con l´annuncio delle nuove misure anti-terrorismo, una fitta tabella di marcia per la sua campagna elettorale e la sua Convention a New York. Nonostante tutti gli sforzi dei collaboratori di Kerry per sminuire le aspettative, i democratici si aspettavano che il candidato sapesse sbloccare l´impasse e dissipare le preoccupazioni degli elettori riluttanti a sceglierlo pur essendo scontenti di Bush. Prima della Convention, Terry McAuliffe, presidente del Comitato nazionale democratico, aveva previsto che dopo l´evento Kerry avrebbe guadagnato otto punti. Lunedì McAuliffe non ha risposto alle telefonate. I risultati dei sondaggi potrebbero alimentare gli interrogativi sulle recenti decisioni strategiche di Kerry: il discorso alla Convention pieno di attacchi contro Bush più che di nuove proposte, e il saluto militare fatto ai delegati appena salito sul podio, un gesto che molti democratici hanno definito senza mezze misure coraggioso o forzato. I collaboratori di Bush approvano invece l´esito dei sondaggi, dichiarando che i numeri dimostrano la debolezza di Kerry come candidato. In realtà, con una sola eccezione cruciale ? la protezione degli americani dal terrorismo, nella quale Bush continua a godere di un ampio margine di vantaggio su Kerry ? le tendenze sotterranee cui guardano gli autori dei sondaggi, indicano che Kerry ha delle chance, e che ci potrebbero essere dei problemi per il presidente. Gli americani vogliono un cambiamento per il loro paese e danno a Bush un voto molto basso in tema di lavoro e ritengono che Kerry possa fare molto meglio in economia e nell´assistenza sanitaria. La direttrice della campagna di Kerry, Mary Beth Cahill, si è detta confortata dai sondaggi. «La Casa Bianca può dire quello che vuole - ha detto -La nostra Convention è andata benissimo».
Quello di Kerry è stato il più modesto vantaggio post-convention mai ottenuto da uno sfidante sin dal 1972, quando a Miami George McGovern ottenne la nomination nel cuore della notte da un partito democratico spaccato in due: lo sottolinea Frank Newport, capo dei Sondaggi Gallup. Un passo in avanti così piccolo sottolinea quanto serrata sia la competizione e lascia intendere che l´elettorato ha in linea di massima già preso una decisione. Mark Mellman, sondaggista di Kerry, ha mostrato i rilevamenti di Abc News/Washington Post, Cbs News, e Cnn/Usa Today/Gallup: tutti mostrano che le opinioni degli americani su John Kerry sono migliorate dopo la Convention che ha mirato proprio a rafforzare le sue credenziali in tema di sicurezza e di politica estera. In particolare, il sondaggio della Gallup ha evidenziato che la stessa percentuale di americani, il 48 per cento, ritiene di poter riporre fiducia in Bush o in Kerry e nutre la certezza che il loro candidato favorito possa "gestire le responsabilità di comandante in capo dell´esercito". Prima della Convention, invece, le preferenze su questa stessa domanda andavano a Bush, che guidava la classifica su Kerry per 51 punti percentuali a 43.
Tuttavia, i dati che continuano ad arrivare sembrano portare notizie poco gradite per la campagna di Kerry, ora che Bush si accinge, questo mese, a reclamare un posto sotto i riflettori con l´annuncio delle nuove misure anti-terrorismo, una fitta tabella di marcia per la sua campagna elettorale e la sua Convention a New York. Nonostante tutti gli sforzi dei collaboratori di Kerry per sminuire le aspettative, i democratici si aspettavano che il candidato sapesse sbloccare l´impasse e dissipare le preoccupazioni degli elettori riluttanti a sceglierlo pur essendo scontenti di Bush. Prima della Convention, Terry McAuliffe, presidente del Comitato nazionale democratico, aveva previsto che dopo l´evento Kerry avrebbe guadagnato otto punti. Lunedì McAuliffe non ha risposto alle telefonate. I risultati dei sondaggi potrebbero alimentare gli interrogativi sulle recenti decisioni strategiche di Kerry: il discorso alla Convention pieno di attacchi contro Bush più che di nuove proposte, e il saluto militare fatto ai delegati appena salito sul podio, un gesto che molti democratici hanno definito senza mezze misure coraggioso o forzato. I collaboratori di Bush approvano invece l´esito dei sondaggi, dichiarando che i numeri dimostrano la debolezza di Kerry come candidato. In realtà, con una sola eccezione cruciale ? la protezione degli americani dal terrorismo, nella quale Bush continua a godere di un ampio margine di vantaggio su Kerry ? le tendenze sotterranee cui guardano gli autori dei sondaggi, indicano che Kerry ha delle chance, e che ci potrebbero essere dei problemi per il presidente. Gli americani vogliono un cambiamento per il loro paese e danno a Bush un voto molto basso in tema di lavoro e ritengono che Kerry possa fare molto meglio in economia e nell´assistenza sanitaria. La direttrice della campagna di Kerry, Mary Beth Cahill, si è detta confortata dai sondaggi. «La Casa Bianca può dire quello che vuole - ha detto -La nostra Convention è andata benissimo».
Annotazioni − Pubblicato il 04/08/2004 su La Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti.
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