Da Corriere della Sera del 04/08/2004

Meno spese, più controlli sugli enti locali

Siniscalco in Parlamento. Via libera al Dpef. L’Fmi: bene la riforma pensioni, no alla riduzione delle tasse

di Mario Sensini

ROMA - «Il governo accetta la risoluzione della maggioranza». Il ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, chiude il percorso parlamentare del Documento di programmazione e apre immediatamente il cantiere della Finanziaria. «Dai primi giorni di agosto - ha annunciato ieri il ministro, prima alla Camera, poi al Senato - inizierà una fase tecnica in cui al ministero metteremo a punto alcuni menù di scelte, di strumenti, compresi gli sgravi fiscali, i tagli di spesa e il programma di sviluppo. Rifaremo alcune consultazioni e poi arriveremo alla formulazione della Legge finanziaria 2005». La parte più difficile del percorso inizia solo ora. I 24 miliardi della manovra 2005 incombono e preoccupano. «Non sarà una manovra di lacrime e sangue», ha detto Siniscalco. «Non toglieremo a nessuno una parte del reddito già disponibile», ma è chiaro che un impatto la manovra l’avrà, trattandosi di spuntare la crescita della spesa, e quindi di «incidere sulle aspettative di alcuni gruppi sociali».

Messo in conto uno sforzo straordinario per riportare i conti pubblici in zona di assoluta sicurezza, per il governo la prima necessità è proprio quella di evitare un rimbalzo negativo della manovra sui consumi e la crescita. «Serve una scossa per riequilibrare gli effetti depressivi» ha ripetuto ieri Siniscalco.

Risorse finanziarie, tuttavia, non ce ne sono. E per scatenare quella «scossa» dovrà bastare poco: misure mirate, investimenti nelle infrastrutture, privatizzazioni, liberalizzazioni. «La concorrenza in alcuni settori è insufficiente e questo incide sui prezzi» ha detto Siniscalco, sottolineando come un passaggio fondamentale della sua nuova strategia sarà «la difesa del potere d’acquisto». Anche con interventi sui settori che esprimono prezzi e tariffe amministrate. «Dobbiamo contrastare questi fenomeni con strumenti di mercato, non dirigistici» ha detto Siniscalco.

Per il resto, la ricetta prevede «meno spesa corrente, meno tasse, più responsabilità e autonomia degli enti locali». Il lavoro dei tecnici del Tesoro per la messa a punto della manovra è comunque iniziato. Già intorno a Ferragosto potrebbero tenersi i primi incontri con gli enti locali per affrontare la revisione del Patto di stabilità interno. L’unico provvedimento assodato della futura manovra, per ora, è la trasformazione degli incentivi alle imprese.

Tutto il resto rientra nel dossier delle ipotesi che Siniscalco vuole confrontare con le parti. La «condivisione» è essenziale. Anche se, ha detto il ministro in Parlamento, «condivisa non significa consenso, ma rendere chiaro il contesto e la direzione in cui ci muoviamo».

Le risoluzioni della maggioranza sul Dpef, in ogni caso, rispecchiano il contenuto del Documento e non appaiono troppo vincolanti per il governo. Fatta eccezione per l’insistenza sulla necessità di non comprimere la spesa per il Sud e i paletti piazzati da An. Che si è rifiutata di firmare la risoluzione finché non vi siano apparsi i richiami alla necessità di sostegno al settore agricolo, ittico e dell’hi-tech, con particolare enfasi sul settore dell’aerospazio.

Incassato il Dpef, oggi Siniscalco volerà a Berlino per incontrare il collega tedesco Hans Eichel. Sarà il suo primo bilaterale da ministro proprio in Germania, un altro di quei Paesi finiti come l’Italia «nella trappola della bassa crescita», che non a caso cade tra l’approvazione del Dpef e la stesura della Finanziaria. Scampato l’ early warning , l’Italia resta, comunque, un sorvegliato speciale e già a settembre il nuovo piano di politica economica italiano arriverà all’esame dell’Unione Europea.

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