Da La Stampa del 02/08/2004

PROMEMORIA

La «Padania spa» battuta dalle leggi di mercato

di Filippo Ceccarelli

Ci sono coincidenze e simultaneità, anche nella vita politica, che stringono il cuore e fanno cadere le braccia. L’altro giorno ad esempio sulla Padania è apparsa una lettera (a firma Michele Calvi, Milano) in cui per «la continuità e la crescita», e in nome dell’«impegno e della speranza», veniva segnalata ai lettori la necessità di fare donazioni e predisporre lasciti testamentari, addirittura, per la Lega Nord. Oltre ogni possibile ironia, era a suo modo una testimonianza estrema, l’indizio di un’adesione quasi totale, ben al di là dell’ordinaria militanza.

Bene. Lo stesso giorno Libero ha annunciato la liquidazione della cooperativa Made in Padania, una catena di negozi e discount che offrivano prodotti marchiati con il sole delle Alpi. L’affare non ha funzionato, la gente non sente il bisogno del made in Padania e le perdite superano i due milioni di euro. Più che plausibile che ce li abbiano rimessi proprio quei militanti che più ci credevano: alla coop della Lega, al vagheggiamento padanista e un po’ anche ai capricci megalomani dei suoi leader.

Si resisterà qui alla tentazione di dire: ben gli sta, peggio per loro. E però, prima di pensare a donazioni o a testamenti, forse converrà ricordare che questo del Made in Padania Coop è il terzo o il quarto disastro economico, finanziario, affaristico e in fondo anche culturale ed esistenziale della Lega dopo l’incauta, ma pervicace apertura di sale da gioco, finanziarie, villaggi-vacanza, giornali, radio e tv.

Non basta insomma inventarsi un simbolo (nel caso un drago e un leone alato), né fantasticare utopie a gettone per affermarsi sul mercato. Pensare che nel 1997 l’onorevole Ballaman presentò pure una proposta di legge a Montecitorio, sul Made in Padania, a suo dire rappresentativo di un particolarissimo «spirito imprenditoriale». E Bossi pure in Russia, al congresso di Zhirinovski, se ne andò a magnificare quel marchio: «La grande distribuzione francese e tedesca sta calando in Padania per imporre i suoi prodotti, e noi dobbiamo difenderci».

E sul quotidiano leghista apparve una mesta réclame: «Il Made in Padania Coop ti offre la possibilità di avere sulla Tua tavola i prodotti della Tua terra e della Tua gente». Nel novembre del 1998, sempre nel quadro della più immaginosa guerra commerciale, venne inaugurato a Paderno Dugnano il primo grande supermercato. Come presidente della intraprendente cooperativa intervenne il senatore - e oggi neoministro - Calderoli. Straparlò di promozione del territorio, posti di lavoro, tutela degli artigiani e dei piccoli e medi produttori. Sulle agenzie - oh crudeltà delle banche dati elettroniche! - si possono leggere le ultime parole famose del responsabile organizzativo dell’iniziativa, Dario Ghezzi: «A giudicare dal mattino sembra davvero un buon giorno». Eh, s’è visto il buon giorno.

L’impressione è che l’intera Padania spa sia prossima al crack. Con il Bingo leghista se n’è già andato in fumo un milione di euro. E ben dodici sono stati bruciati con la Banca Credieuronord. Storia istruttiva pure questa: il classico passo più lungo della gamba, grandi progetti «missionari» opportunamente seguiti da inefficienze gestionali, soldi distribuiti a destra e a manca, ispezioni della Banca d’Italia, perquisizioni della Guardia di Finanza, liti, polemiche, ripianamenti forzosi.

Quindi l’avventura del villaggio turistico in Croazia, appartamenti, albergo, piscina, campo da golf e centro-benessere. Morale, cinque milioni di euro di buco e dieci avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta. Con l’aggiunta che fra i dieci «avvisati» c’è pure un sottosegretario all’Interno, che non è proprio una cosa simpatica. Senza contare i problemi economici del quotidiano.

E allora, delle due l’una: o un destino crudele si abbatte sistematicamente sulle iniziative padane oppure gli amministratori leghisti sono inetti e spreconi. Ladroni no, perché solo Roma è ladrona. La Lega non perdona, si diceva un tempo. Oggi invoca donazioni e testamenti.

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