Da Corriere della Sera del 14/06/2004

Bondi: traditi dai piccoli partiti, il Cavaliere aveva ragione

«Il Sud mi preoccupa, da cittadino ho percepito il disagio»

di Maria Latella

ROMA - Col piede sul predellino, in partenza dalla stazione di Milano diretto a Roma, i sondaggi davano Forza Italia attorno al 20%. A Firenze, stazione di Santa Maria Novella, il partito del Cavaliere, anzi il movimento, era intanto risalito attorno al 21,5%, ma al telefono la voce di Sandro Bondi tradiva sincera mestizia: «Cosa vuole, sono un po’ sconfortato» ammetteva il coordinatore di Forza Italia, per poi riprendersi sulla linea «ottimismo della volontà» suggerita dal Berlusconi reaganiano di Washington. «Sono sconfortato, ma ci sono regioni dove ancora non si è votato...». Attorno alle 19.30, l’analisi di Sandro Bondi si concentra più che su Forza Italia sulla «dispersione del voto tra i piccoli partiti». Gli elettori, a quanto sembra, non hanno dato retta a Berlusconi, si son «dispersi», come dice Bondi, tra Nuovo Psi, Bonino e, nella sede del partito non lo ammetteranno neppure a mezzanotte, anche - e non poco - all’Udc di Marco Follini. Per diluire la tensione e allentare l’ansia, Bondi in treno legge «La lampadina per Kimbau», diario di un medico italiano, Chiara Castellani, che è riuscita ad organizzare un ospedale in Zaire. «La politica non è tutto». Ma in questa domenica, invece, tutto si gioca per lui. Se Forza Italia non raggiungerà almeno il 23%, grandinerà: Bondi l’ha messo in conto, lo sa. Gli rinfacceranno, a lui e a Fabrizio Cicchitto, quel che direttamente non oseranno dire a Berlusconi. Che la campagna è stata sbagliata, tutta, a cominciare dai manifesti con i numeri e il Cavaliere che non guardava in faccia, ma di sbieco. Rinfacceranno che in certe province, in certi paesi, i rotoli dei manifesti, sempre loro, sono arrivati giovedì scorso, a campagna elettorale finita. Rinfacceranno l’assenza dei ministri: «Marzano è stato una settimana negli Stati Uniti, Lunardi ha fatto due incontri al Rotary» bofonchiano gli inquieti. E poi: bisognava insistere, impedire a Berlusconi di candidarsi. In treno, Sandro Bondi rimugina su certi dati che arrivano dal sud: e se davvero D’Alema batte Berlusconi sulle preferenze? Pazienza se succede con la Gruber. D’Alema no, quello non passa. «Il sud mi preoccupa, lo dico da cittadino - riflette Bondi attraversando la pianura padana -. Ho proprio percepito il disagio. Mi riconosco una sensibilità femminile: in Calabria, per esempio, si sente il peso della criminalità organizzata. Pesa sulla politica, e vale per tutti i partiti. Ci vuole una nuova classe dirigente...».

Gli rimprovereranno anche la Calabria, invece. Chissà chi ha deciso di puntare su Covello, democristiano di lungo corso e modesta notorietà. «Gli altri», dicono i calabresi che non lo volevano, così indicando gli alleati di An, «gli altri» hanno mandato due ministri, mica uno, in Calabria: Gasparri e Alemanno. La Calabria, e non solo. C’è la Puglia dove «abbiamo candidato Vernola, che fino all’altro giorno stava col centrosinistra», e la disfatta annunciata in Sardegna, dove Mauro Pili è stato candidato «anche se si sapeva che avrebbe perso», sussurrano i forzisti inquieti indicando nel ministro Pisanu il padrino regista. Giacché, «in ogni Regione il capo locale sostiene sempre gente che non vince, così non gli fa ombra».

Non si ammazzano così anche i partiti? Bondi non crede:«Ho l’animo tranquillo di chi ha fatto per intero il suo dovere». Certo, un macigno gli grava sul cuore:«Non vorrei deludere Berlusconi». Il treno sta arrivando a Roma, per Forza Italia arrivano anche sondaggi di marca lievemente più incoraggiante. A mezzanotte, quando scende in sala stampa, Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia, ha perfino l’aria di chi, durante la giornata, ha vissuto momenti peggiori. «Come sto, da uno a dieci? Sto da otto». Sorride eroico.

Sia come sia, An e Udc porranno la questione di cambiare il governo. La parola d’ordine è una:«Ci vuole uno choc, ci vuole la scossa». Diversamente, per dirla con lo scrittore Milan Kundera:«Ogni cosa sarà dimenticata e a nulla sarà posto rimedio». Fino alla fine di giugno, Marco Follini tacerà, aspettando i ballottaggi. Lascerà spazio a Tabacci, a Giovanardi. Poi, chiusa la seconda tornata, porrà sul tavolo la questione:«Che si fa?». Che si fa, onorevole Bondi? «La sinistra, e anche alcuni dei nostri, politici di professione, hanno sempre sottovalutato Berlusconi. Il miracolo lui l’ha già fatto dopo il ’96, quando, come Tortora, ha dovuto battersi contro una persecuzione giudiziaria e contro un tumore. Non so se ci sia una relazione tra la malattia e un grande stress, molti pensano di sì. Comunque, allora, ha vinto. Lo sottovalutano, l’hanno sempre sottovalutato». Chissà se convincerà gli altri, quelli che da ieri hanno deciso di averlo sopravvalutato, il Cavaliere.

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