Da La Repubblica del 13/06/2004

Mentana: la notizia andava cancellata, oppure spiegata interamente. Rutelli chiama Confalonieri

L´imbarazzo di Rai e Mediaset e alla fine i tg ignorano lo show

Il leader della Margherita denuncia "la gravità del caso" Fede trasmette il filmato ma lo depura delle frasi "fuorilegge"
Mimun sceglie il silenzio: "Ci atteniamo alle norme". In redazione si è discusso: "Meglio non fare da cassa di risonanza"

di Concita De Gregorio

ROMA - Un´altra cosa che non era mai successa. Non era mai successo che la campagna elettorale si chiudesse a poco più di dodici ore dal voto, senza il giorno di silenzio alla vigilia. Non era mai successo che la vigilia anziché silenziosa fosse letteralmente occupata dalle iniziative telefoniche e televisive di un leader, impegnato tutto il giorno a concedere interviste e far mandare sms agli elettori. Non era mai successo, infine, che il giorno del voto lo stesso leader si concedesse un comizio all´uscita dalle urne, comizio completo di previsioni sulle percentuali di successo del suo partito: «Faremo più del 25,6 per cento, il nostro ultimo risultato alle europee».

Di conseguenza, non era nemmeno mai successo che i tg di tutte le reti pubbliche e private si trovassero nell´increscioso imbarazzo di scegliere se condividere una violazione di legge (e quindi dare notizia del comizio) o di non condividerla, e quindi censurare l´esistenza del comizio e le reazioni, le iniziative anche istituzionali da esso suscitate. Bisogna difatti ricordare ai sempre meno numerosi cultori della legalità che esiste in Italia una legge che fa divieto di ogni tipo di propaganda all´interno e nel raggio di 200 metri dai seggi e che impone in generale il "silenzio elettorale" durante nelle giornate di voto. Berlusconi l´ha completamente ignorata, dando vita allo show del sabato sera. Proteste formali di Fassino con il ministro Pisanu, telefonata di Francesco Rutelli a Fedele Confalonieri: il leader della Margherita ha spiegato al presidente Mediaset "la gravità del caso".

Non sarà stato tuttavia l´eventuale intervento di Confalonieri ad orientare le scelte del Tg5 e del Tg4, i cui direttori hanno deciso di oscurare o illuminare il caso secondo convenienza o coscienza. Emilio Fede è stato l´unico a fare da cassa di risonanza della violazione di Berlusconi, seppur con qualche cautela. Ha mandato in onda l´appello del premier a votare («Chi non va a votare non si lamenti poi dopo se i suoi diritti non vengono tutelati da coloro che altri hanno mandato al parlamento Europeo. Se uno rinuncia a questo non è degnissimo di vivere di una democrazia»), del resto già anticipato nella sostanza dalla mamma signora Rosa. Ha poi trasmesso tutta la lunga parte del comizio dedicata alla questione irachena, censurando invece il passaggio sulle previsioni di risultato di Forza Italia e quello sull´invito a non votare partiti minori. «Così non potranno accusarci di irregolarità», ha detto Fede, il quale ha comunque aggiunto di non preoccuparsi troppo degli interventi del Garante.

Il Tg5 non ha dato la notizia. «Certo - dice il condirettore Lamberto Sposini, che conduceva l´edizione - avremmo potuto decidere di informare del caso senza entrare nel merito. Dire cioè: Berlusconi ha parlato alle urne, l´opposizione ha protestato. Ma dal punto di vista del telespettatore sarebbe stato persino peggio: se dici che ha parlato devi anche dire che cosa ha detto. Allora meglio ignorare tutto e far finta di niente». Finta di niente, come se il fatto non fosse successo. «D´altra parte il silenzio elettorale vale soprattutto per i giornalisti», osserva Sposini. Così anche il direttore, Enrico Mentana: «La notizia andava cancellata. Altrimenti avremmo dovuto fare come Zatterin quando parlava della legge Merlin senza spiegare di che si trattava. Non puoi mica dire: il premier ha parlato ma non vi diciamo cosa ha detto. D´altra parte se un politico parla al seggio si assume la responsabilità di quel che fa, sta poi ai mass media non dargli seguito. Poi è vero, sì, che la realtà va sempre oltre le previsioni. Del resto i costituenti non potevano pensare agli sms, per dire».

Neppure il Tg1 ha dato notizia del caso. In redazione se ne è discusso, qualcuno ha osservato che parlare del fatto «sarebbe stato come fare da cassa di risonanza a una violazione di legge, e diventarne corresponsabili». Il direttore, Clemente Mimun, a chi fra i colleghi gli chiedeva conto della scelta ha risposto: «Ci siamo attenuti scrupolosamente alla legge». Perciò non ha trasmesso l´appello di Berlusconi ad andare a votare e ha mandato in onda invece un servizio sull´afa, e sulla corsa degli italiani in spiaggia.

Il Tg3 di Antonio Di Bella ha scelto la soluzione contestata da Mentana. Dopo i titoli ha dato conto del fatto e delle proteste dell´opposizione, senza mandare in onda le immagini né le frasi del premier. Durante il rovello delle redazioni hanno continuato a volare nei cieli d´Italia gli aerei noleggiati da ministri e vicepremier: vota Fini, vota Matteoli, vota Gasparri. Dalla spiaggia li avranno visti in diversi. Chi era in Sicilia al ritorno dal bagno ha trovato nel telefonino anche il messaggio di Totò Cuffaro: «Ricordati di andare a votare, con affetto, Totò».

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