Da La Repubblica del 08/06/2004
GLI AFFITTI
Metà stipendio per pagare casa prezzi off limits per i ceti medi
Penalizzata la fascia che non ha già più diritto agli alloggi popolari
Situazione di emergenza soprattutto nella grandi città. Un rialzo del 13 per cento
di Rosa Serrano
Casa con affitto "sostenibile" disperatamente cercasi. Fasce sempre più consistenti di famiglie, in particolare quelle di nuova formazione, si trovano di fronte ad un ostacolo insuperabile: l´eccessiva onerosità degli affitti liberi richiesti dai proprietari a fronte delle loro disponibilità di reddito. E la soluzione a questa emergenza è la coabitazione con i genitori o l´emigrazione dalle grandi città verso l´hinterland: un´emorragia di circa 724 mila residenti in dieci anni dalle 13 maggiori città italiane. Un rapporto dell´Ance (l´associazione dei costruttori edili) ha rielaborato i dati di Bankitalia e di Nomisma sulla situazione abitativa. Ne emerge un quadro allarmante. L´incidenza dell´affitto sul reddito delle famiglie è passata, per Bankitalia, dal 9% di vent´anni fa al 18,3% di oggi: più che un raddoppio. E non basta, perché quel 18,3% si riferisce agli affitti in corso, inclusi quelli degli alloggi pubblici che sono circa un quarto del totale. Ma chi volesse affacciarsi sul libero mercato alla ricerca di una casa in affitto, dice l´Ance, si troverebbe a dover a sostenere un peso molto più gravoso: in media il 37% del proprio reddito al netto di imposte e tasse nelle città intermedie (tra 40 mila e 500 mila abitanti) e il 50,6% nelle grandi città (oltre i 500 mila abitanti). Percentuali che salgono a livelli impossibili per le famiglie che guadagnano meno di 10.000 euro l´anno: 107,8 e 148% rispettivamente nelle città intermedie e in quelle più grandi. Insomma non basterebbe tutto il loro stipendio.
Oneri comunque insopportabili graverebbero anche sulle famiglie con redditi netti fra 10 e 20 mila euro: l´affitto inciderebbe per il 48,8 e 66,9%. Con l´aggravante che questa fascia di reddito, nella maggior parte dei casi, non ha già più diritto all´assegnazione degli alloggi popolari. Meno preoccupante, ma pur sempre gravosa, la ricerca di una casa in affitto per le famiglie con reddito fra 30 e 40 mila euro: per loro l´affitto libero inciderebbe rispettivamente per il 20,8 e 28,5% per le città intermedie e per le grandi.
«Il problema dell´affitto diventa in particolare un vero o proprio dramma - dice Daniele Barbieri, segretario nazionale del Sunia, per i giovani che avendo un lavoro precario non possono né affittare appartamenti di piccolo taglio (è su di essi che si concentrano i rialzi maggiori) né in alternativa acquistare la "prima casa" per la preclusione ad ottenere dalle banche un mutuo». Nell´ultimo anno, la situazione è peggiorata ulteriormente. «La corsa all´aumento - rileva Luca Dondi, ricercatore di Nomisma - non ha conosciuto soste fra l´inizio del 2003 e il maggio di quest´anno, facendo registrare un incremento medio degli affitti di circa il 13%».
Alla fine, come si può vedere nella tabella sul costo degli affitti in termini assoluti, chi volesse oggi rivolgersi al mercato libero si troverebbe a dover pagare in media un canone più che doppio rispetto a quello dei contratti in corso: 925 euro al mese per 100 metri quadri nelle grandi città, oltre 1.100 euro per 120 metri quadri.
Oneri comunque insopportabili graverebbero anche sulle famiglie con redditi netti fra 10 e 20 mila euro: l´affitto inciderebbe per il 48,8 e 66,9%. Con l´aggravante che questa fascia di reddito, nella maggior parte dei casi, non ha già più diritto all´assegnazione degli alloggi popolari. Meno preoccupante, ma pur sempre gravosa, la ricerca di una casa in affitto per le famiglie con reddito fra 30 e 40 mila euro: per loro l´affitto libero inciderebbe rispettivamente per il 20,8 e 28,5% per le città intermedie e per le grandi.
«Il problema dell´affitto diventa in particolare un vero o proprio dramma - dice Daniele Barbieri, segretario nazionale del Sunia, per i giovani che avendo un lavoro precario non possono né affittare appartamenti di piccolo taglio (è su di essi che si concentrano i rialzi maggiori) né in alternativa acquistare la "prima casa" per la preclusione ad ottenere dalle banche un mutuo». Nell´ultimo anno, la situazione è peggiorata ulteriormente. «La corsa all´aumento - rileva Luca Dondi, ricercatore di Nomisma - non ha conosciuto soste fra l´inizio del 2003 e il maggio di quest´anno, facendo registrare un incremento medio degli affitti di circa il 13%».
Alla fine, come si può vedere nella tabella sul costo degli affitti in termini assoluti, chi volesse oggi rivolgersi al mercato libero si troverebbe a dover pagare in media un canone più che doppio rispetto a quello dei contratti in corso: 925 euro al mese per 100 metri quadri nelle grandi città, oltre 1.100 euro per 120 metri quadri.
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