Da Famiglia cristiana del 30/05/2004
Originale su http://www.sanpaolo.org/fc/0422fc/0422fc42.htm#1

Il sociologo: la Bossi-Fini un errore

di Alberto Laggia

Mai capitato prima: badanti regolarizzate ma senza lavoro che chiedono aiuto ai centri della Caritas italiana. «Ma se la domanda di assistenti familiari non è mai calata, significa che il mercato clandestino si è fortemente allargato. Con buona pace della "Bossi-Fini"».

A rivelare il preoccupante fenomeno è il sociologo Alessandro Castegnaro, presidente dell’Osret, l’Osservatorio socio-religioso triveneto. «Perché, in questo settore, la legge sull’immigrazione sta fallendo? L’emersione, grazie alla Bossi-Fini, ha creato sì uno stock di regolarizzate, che però si sta riducendo velocemente, a tutto vantaggio delle nuove arrivate clandestine».

Le cause? «Si tratta di donne coniugate che arrivano in Italia quasi sempre sole, col progetto di tornare in patria nel giro di pochi anni. Inoltre, la badante regolare costa di più della clandestina. E la forbice dei costi tra la prima e la seconda, nel nostro Paese, è troppo larga. Si aggiunga ancora che, trascorsi sei mesi, la badante che non trova lavoro, per la legge, dovrebbe tornare in patria. Ma ciò non accade: così anch’essa torna dentro al mercato clandestino». La legge, secondo Castegnaro, ha scatenato un nuovo fenomeno di competizione tra irregolari e regolari, a scapito delle ultime «che, tra l’altro, cercano in fretta lavori più decenti, abbassando ulteriormente il numero di badanti regolarizzate». Ma come ridurre questa forbice? «In Europa esistono varie soluzioni: in Francia, Olanda e Germania si praticano sgravi fiscali sostanziali, fino al 50 per cento, per le famiglie che assumono un’assistente domiciliare. In altri Paesi si preferisce organizzare l’offerta di lavoro delle badanti tramite cooperative: lo Stato abbatte il costo del lavoro offrendo sgravi al mediatore. In Italia quello che si può detrarre, nella migliore delle ipotesi, non supera il 5 per cento. Davvero troppo poco».

Quello delle badanti (ormai 3 ogni mille italiani, contro lo 0,3, addetti all’assistenza domiciliare dipendenti dei Comuni, ogni mille cittadini) è, per il sociologo, anche uno dei paradossali effetti dell’emancipazione femminile nei Paesi ricchi: «Perché il lavoro domestico e di assistenza familiare, che le donne lavoratrici non sono più in grado di assicurare in casa, non è passato sulle spalle dei mariti, ma, appunto, su quello di altre donne, che devono lasciare i loro Paesi e i loro figli per accudire i nostri anziani».

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