Da Corriere della Sera del 21/05/2004
Il candidato democratico delinea la sua «strategia d’uscita»
Kerry promette: «Via dall’Iraq entro la fine del mio mandato»
di Ennio Caretto
WASHINGTON - «Se verrò eletto presidente, ritirerò le truppe dall'Iraq prima della fine del mio mandato». E' la promessa di John Kerry, il candidato democratico alla Casa Bianca, la stessa che Dick Nixon fece nel '68 sul Vietnam. Con qualcosa in più: l'impegno, o meglio la certezza, che «persuaderò i Paesi contrari alla guerra a partecipare al mantenimento della pace a Bagdad». John Kerry espone il suo programma in un'intervista alla Associated Press , zittendo i critici che gli rimproverano lo stesso difetto di Bush di non avere una «exit strategy» dal pantano iracheno.
Non a caso, Kerry copia Nixon: nel '68, senza scendere nei particolari, il candidato repubblicano proclamò che si sarebbe disimpegnato dal Vietnam alla scadenza del mandato e vinse le elezioni (mantenne la parola: firmò la pace nel gennaio del '73). Kerry spera di fare il bis, paragonando «la zona della morte» dell'Iraq - così la chiama - a quella vietnamita. «Non prenderà troppo tempo fare tutto ciò che è necessario» dichiara nell'intervista. E promette: «Non andrà a finire come in Vietnam: questa volta riporterò i nostri soldati a casa con onore tutelando gli interessi del nostro Paese».
Kerry assicura che andrà anche incontro agli alleati delegando molto alle Nazioni Unite e formando «una vera forza di pace multinazionale non una finta coalizione».
Riferendosi allo scandalo delle torture, il senatore aggiunge che applicherebbe appieno le convenzioni di Ginevra ai detenuti. Ma pone un limite alla collaborazione con gli alleati: «Con me alla Casa Bianca, nessun soldato americano si troverà mai sotto il comando di un'altra nazione o dell'Onu».
Nell'intervista, il candidato democratico non ripete che manderebbe altre truppe in Iraq in caso di necessità, come disse in precedenza. Ma evidenzia che «potrebbero esserci dispiegamenti militari a lungo termine in Medio Oriente a seconda del quadro complessivo». Con un unico limite: «Mai più un intervento attivo come in Iraq».
Non a caso, Kerry copia Nixon: nel '68, senza scendere nei particolari, il candidato repubblicano proclamò che si sarebbe disimpegnato dal Vietnam alla scadenza del mandato e vinse le elezioni (mantenne la parola: firmò la pace nel gennaio del '73). Kerry spera di fare il bis, paragonando «la zona della morte» dell'Iraq - così la chiama - a quella vietnamita. «Non prenderà troppo tempo fare tutto ciò che è necessario» dichiara nell'intervista. E promette: «Non andrà a finire come in Vietnam: questa volta riporterò i nostri soldati a casa con onore tutelando gli interessi del nostro Paese».
Kerry assicura che andrà anche incontro agli alleati delegando molto alle Nazioni Unite e formando «una vera forza di pace multinazionale non una finta coalizione».
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