Da Corriere della Sera del 19/05/2004
LA CASA BIANCA
«Italia tra i partner più vicini agli Usa»
Il presidente Usa si attende franchezza dal Cavaliere e cerca una conferma sulla compattezza della coalizione
di Ennio Caretto
WASHINGTON - La Casa Bianca confida che il colloquio di oggi tra Bush e Berlusconi dimostri che la coalizione resta compatta e rassicuri gli alleati sulle questioni più importanti, dal passaggio dei poteri «effettivi» agli iracheni alla punizione dei colpevoli delle torture. «L’Italia è uno dei partner più vicini a noi - ribadisce il portavoce Scott McClellan - e svolge con coraggio un ruolo guida per la pace e la democrazia in Iraq». Aggiunge che Bush e Berlusconi hanno obiettivi comuni, da una nuova risoluzione all’Onu alle elezioni. E conferma che dal primo luglio l’Onu assumerà «una funzione vitale».
Il colloquio fra i due leader, il primo di tre in tre settimane (si rivedranno a Roma il 4 giugno e subito dopo al G8 negli Usa), è ritenuto cruciale dalla Casa Bianca perché inaugura le consultazioni di Bush con gli alleati, presenti o assenti a Bagdad, in vista dei negoziati sulla risoluzione dell’Onu. Il presidente americano, riferiscono i funzionari, si aspetta che Berlusconi, con cui ha un ottimo rapporto personale, parli con franchezza: «Intende ascoltare gli alleati con attenzione» precisano, e andare loro incontro ma «mantenendo la rotta», continuando cioè a garantire la sicurezza dell’Iraq.
Al termine del colloquio, prima della cena alla Casa Bianca e del gala con i «Sons of Italy», non è previsto un comunicato congiunto, ma Bush e Berlusconi faranno delle dichiarazioni nello Studio ovale. Per il presidente Usa, che rischia di perdere consensi anche nel suo partito, è essenziale che esse siano concordi. L’America ha bisogno dell’Italia che, come ricorda il Wall Street Journal , ha mandato in Iraq il contingente più numeroso dopo quelli americano e inglese e sacrificato venti vite. Ma «le crescenti pressioni a Roma su Berlusconi sottolineano le difficoltà di Bush nel gestire la coalizione in Iraq». Secondo il Wall Street Journal «gli abusi nelle carceri e gli attacchi alle truppe italiane stanno cambiando quello che doveva essere un bell’incontro in uno potenzialmente scomodo» e molti in Italia chiedono le dimissioni del ministro della Difesa, Donald Rumsfeld. Il quotidiano ammonisce anche che lo scontento del pubblico italiano per la guerra in Iraq minaccia di danneggiare Berlusconi alle elezioni europee e di dividere il governo.
Sul New York Times , invece, l’economista Paul Krugman mette in dubbio che Bush intraprenda un nuovo corso: «L’Italia si sta avvicinando alla porta».
Il colloquio fra i due leader, il primo di tre in tre settimane (si rivedranno a Roma il 4 giugno e subito dopo al G8 negli Usa), è ritenuto cruciale dalla Casa Bianca perché inaugura le consultazioni di Bush con gli alleati, presenti o assenti a Bagdad, in vista dei negoziati sulla risoluzione dell’Onu. Il presidente americano, riferiscono i funzionari, si aspetta che Berlusconi, con cui ha un ottimo rapporto personale, parli con franchezza: «Intende ascoltare gli alleati con attenzione» precisano, e andare loro incontro ma «mantenendo la rotta», continuando cioè a garantire la sicurezza dell’Iraq.
Al termine del colloquio, prima della cena alla Casa Bianca e del gala con i «Sons of Italy», non è previsto un comunicato congiunto, ma Bush e Berlusconi faranno delle dichiarazioni nello Studio ovale. Per il presidente Usa, che rischia di perdere consensi anche nel suo partito, è essenziale che esse siano concordi. L’America ha bisogno dell’Italia che, come ricorda il Wall Street Journal , ha mandato in Iraq il contingente più numeroso dopo quelli americano e inglese e sacrificato venti vite. Ma «le crescenti pressioni a Roma su Berlusconi sottolineano le difficoltà di Bush nel gestire la coalizione in Iraq». Secondo il Wall Street Journal «gli abusi nelle carceri e gli attacchi alle truppe italiane stanno cambiando quello che doveva essere un bell’incontro in uno potenzialmente scomodo» e molti in Italia chiedono le dimissioni del ministro della Difesa, Donald Rumsfeld. Il quotidiano ammonisce anche che lo scontento del pubblico italiano per la guerra in Iraq minaccia di danneggiare Berlusconi alle elezioni europee e di dividere il governo.
Sul New York Times , invece, l’economista Paul Krugman mette in dubbio che Bush intraprenda un nuovo corso: «L’Italia si sta avvicinando alla porta».
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