AMMAN - La Giordania ha rivelato ieri in tv i particolari dello sventato attacco chimico di Al Qaeda ad Amman «che avrebbe potuto causare 80.000 morti». Tra gli obiettivi del commando kamikaze c’erano l’ambasciata Usa e la sede dei servizi di sicurezza giordani. Quattro membri del gruppo che preparava il blitz sono stati uccisi e sei catturati (tra questi alcuni siriani). Sequestrato un camion con 20 tonnellate d'esplosivo. L’attentato sarebbe stato pianificato in Iraq da Azmi Jayyoussi. Nel corso di un programma di venti minuti la tv ha mandato in onda la sua confessione. Jayyoussi ha detto di aver ricevuto l’ordine direttamente da Abu Musab al-Zarkawi, il super-ricercato sospettato tra l’altro della strage di Nassiriya del 12 novembre 2003. La tv ha mostrato immagini di bidoni, presentati come «prodotti chimici che i terroristi di Al Qaeda intendevano usare come esplosivo». «Abbiamo salvato migliaia di vite» aveva detto re Abdallah all’inizio di aprile. E’ chiaro che il commando voleva una strage. «Ho conosciuto Zarkawi in Afghanistan - dice Jayyoussi -. L’ho incontrato di nuovo in Iraq, e qui mi ha commissionato l’attacco in Giordania». Gli attentatori volevano utilizzare camion bomba pieni di materiale chimico. Secondo la tv l’attacco poteva devastare un’area di 4 chilometri e uccidere 80 mila persone. Jayyoussi aveva messo in piedi un laboratorio chimico a Irbid, vicino al confine siriano. Suleiman Darwish, un fedele di Zarkawi con base in Siria, gli avrebbe dato 170 mila dollari per compiere l’attentato.