Da La Repubblica del 22/04/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/iraq19/basso/basso.html

Serie di attentati suicidi nella seconda città dell'Iraq. Una delle esplosioni ha investito anche uno scuolabus

Bassora, attentati alla polizia 68 morti, anche 15 bambini

La folla ha protestato per ore contro i soldati inglesi bloccate anche le ambulanze che soccorrevano i feriti

di Attilio Bolzoni

NASSIRIYA - Dilaga la guerra in tutto il Sud dell'Iraq fin giù allo Shatt el Arab. Questa volta i kamikaze hanno colpito all'alba a Bassora, capitale meridionale irachena che quasi si affaccia sul Golfo. Questa volta hanno fatto sterminio in una città occupata "prudentemente" dagli inglesi e che in questi mesi era al riparo da raid e attentati, fuori dal delirio e dal terrore di Bagdad e di quel triangolo sunnita dove spadroneggiano i guerriglieri. Ieri le vittime dovevano essere poliziotti, ma alla fine sul terreno sono rimasti i corpi di almeno settanta persone. Quindici erano bambini delle scuole elementari.

Tre esplosioni, che si sono udite a chilometri e chilometri di distanza, contro tre commissariati. La conta dei morti si è aggiornata di ora in ora fino ad arrivare di sera a quota 68 e forse anche di più; di loro 15 sono bambini. I feriti sarebbero 100 secondo le fonti ufficiali. Duecento (e 168 in condizioni molto critiche) secondo i testimoni che li hanno visti ricoverati negli ospedali della città. Sono tutti iracheni i feriti, tutti tranne quattro soldati britannici.

Autobombe saltate in aria simultaneamente, in tre quartieri di Bassora. E un'altra nel sobborgo di Al Zubeir che è a 25 chilometri più verso est. Il primo kamikaze si è incenerito proprio quando davanti a un commissariato stavano passando due minibus, un autista con bimbe e di bimbi, un altro autista con un altro gruppo di ragazzini. Una trentina di scolari tra i dieci e i quindici anni. Almeno 17 di loro sono bruciati vivi, gli altri sono in fin di vita. Morti nel commissariato più vicino al grande porto sullo Shatt el Arab e morti alle sette in punto del mattino anche dall'altra parte di Bassora. Azioni fotocopia: altri due kamikaze che si disintegrano nei cortili degli altri due commissariati. Un'ora e 25 minuti dopo, la quarta autobomba si schianta sul palazzotto che ospita l'accademia di polizia di Al Zubeir.

Si cominciano a contare i morti e intanto si dà il numero dei feriti che lieviterà sempre di più fino a notte. Per ore e ore si intrecciano ipotesi pure sulla "dinamica" degli attentati. Il ministro degli Interni iracheno Samir Al Soumazdai prima parla di missili lanciati contro quegli edifici, poi di autobombe, poi ancora di missili.

Non si riesce a ricostruire con precisione cos'è accaduto alle sette del mattino a Bassora, ma il portavoce inglese John Arnold spiegherà alla fine della giornata "che a fare la strage sono state sicuramente delle autobombe". Un'altalena di ipotesi, di paure, di timori per altri attentati. Nel tardo pomeriggio è circolata l'indiscrezione che gli inglesi avevano fermato un sospetto, un uomo in qualche modo coinvolto in una delle quattro stragi. La voce è stata confermata poi dal sindaco di Bassora Wael Abdul Hafeez: "Era un iracheno con addosso una divisa della polizia: lo stiamo interrogando per sapere a quale gruppo appartiene". E ha aggiunto il sindaco: "Per questo massacro che è avvenuto nella mia città io accuso Al Qaeda, io accuso Osama Bin Laden". A tarda sera, la polizia irachena ha annunciato il fermo di altri tre uomini pronti a farsi esplodere su altre due autobombe. Top secret, per il momento, l'obiettivo che avevano.

La lunga giornata di Bassora cominciata alle 7 del mattino è continuata nella paura, nel dolore, nella rivolta. Con i numeri delle vittime che cambiavano, con i cadaveri che dalle macerie venivano estratti e trasportati a fatica nelle camere mortuarie degli ospedali, con folle di abitanti della città che tiravano sassi ai soldati inglesi piombati sui luoghi degli attentati. Per qualche ora i militari britannici non sono riusciti ad arrivare nei commissariati e nell'accademia di polizia sgretolata dalle autobombe, centinaia di iracheni inferociti facevano barricate, lanciavano pietre, impedivano perfino alle ambulanze di fermarsi sulle strade vicine a dove le autobombe erano esplose. Ritardi nei soccorsi, molti i feriti che sono morti nelle macerie. La tragedia nella tragedia. E' il delirio Iraq un anno dopo la fine della guerra.

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