Da Corriere della Sera del 21/04/2004
L’agenzia di valutazione Fitch sul nostro Paese: pronti a ridurre il voto sul debito
«Senza riforme siete a rischio rating»
La prossima settimana Trimestrale di Cassa e aggiornamento della Relazione Programmatica
di Mario Sensini
ROMA - I nuovi dati del governo sull’economia e la finanza pubblica tardano ad arrivare, del piano di rilancio della crescita sembra essersi persa ogni traccia, e le agenzie di rating internazionale alzano il livello di guardia sull’Italia. «Non si può escludere una revisione del nostro giudizio» ha fatto sapere ieri Fitch Ibca. «Il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno in questi anni è diminuito. C’è piuttosto un interrogativo se tale riduzione stia proseguendo o meno» ha detto David Riley, direttore di Fitch per il debito sovrano. «Se ci dovessero essere tagli alle tasse privi della copertura finanziaria - ha aggiunto Riley - la pressione sul rating italiano crescerebbe senz’altro». Sul sentimento degli analisti fa premio, dunque, l’incertezza che caratterizza la fase attuale della politica economica italiana.
Come anticipato, la Trimestrale di Cassa e l’aggiornamento della Relazione Programmatica, attese già da qualche giorno, arriveranno solo la prossima settimana. Per l’assenza del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che sarà a Washington da venerdì a domenica per il Fondo Monetario e il G7, ma anche per la necessità di affinare alcuni dati. Una stima ancora parziale ma attendibile sull’esito del condono fiscale per i redditi del 2002 chiuso lo scorso 16 marzo, e dal quale il governo attende un gettito di 872 milioni di euro, sarà disponibile solo domani.
La crescita dell’economia, per quest’anno, sarà in ogni caso rivista al ribasso: dall’1,9% ipotizzato a settembre, all’1,4%. Il deficit pubblico, che si pensava di contenere nel 2,2% del pil, risulterà appena inferiore ai limiti di Maastricht. «Il governo - ha detto il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione - è fiducioso di restare sotto il 3%, anche se non nega l’esistenza di fattori di incertezza che potrebbero ritardare la ripresa e mettere a rischio il rispetto del Patto di Stabilità».
La situazione è resa ancor più complessa dalla crisi in Iraq e dai rapporti di nuovo tesi nella maggioranza (vedi la rinnovata ostilità della Lega in Senato al decreto Scip 2, sul quale ci potrebbe essere il voto di fiducia) non aiutano ad uscire dall’impasse. In attesa dei dati e del piano di rilancio, il governo prova intanto la strada dei tagli alla spesa. Venerdì al Consiglio dei ministri tornerà la proposta di un taglio del 10% ai residui di stanziamento del 2003. Fu accantonata a inizio mese per i dissidi tra Fini e Tremonti sulle deleghe. Dopodomani, assente Tremonti, sarà il Presidente del Consiglio a vedersela con il leader di An.
Come anticipato, la Trimestrale di Cassa e l’aggiornamento della Relazione Programmatica, attese già da qualche giorno, arriveranno solo la prossima settimana. Per l’assenza del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che sarà a Washington da venerdì a domenica per il Fondo Monetario e il G7, ma anche per la necessità di affinare alcuni dati. Una stima ancora parziale ma attendibile sull’esito del condono fiscale per i redditi del 2002 chiuso lo scorso 16 marzo, e dal quale il governo attende un gettito di 872 milioni di euro, sarà disponibile solo domani.
La crescita dell’economia, per quest’anno, sarà in ogni caso rivista al ribasso: dall’1,9% ipotizzato a settembre, all’1,4%. Il deficit pubblico, che si pensava di contenere nel 2,2% del pil, risulterà appena inferiore ai limiti di Maastricht. «Il governo - ha detto il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione - è fiducioso di restare sotto il 3%, anche se non nega l’esistenza di fattori di incertezza che potrebbero ritardare la ripresa e mettere a rischio il rispetto del Patto di Stabilità».
La situazione è resa ancor più complessa dalla crisi in Iraq e dai rapporti di nuovo tesi nella maggioranza (vedi la rinnovata ostilità della Lega in Senato al decreto Scip 2, sul quale ci potrebbe essere il voto di fiducia) non aiutano ad uscire dall’impasse. In attesa dei dati e del piano di rilancio, il governo prova intanto la strada dei tagli alla spesa. Venerdì al Consiglio dei ministri tornerà la proposta di un taglio del 10% ai residui di stanziamento del 2003. Fu accantonata a inizio mese per i dissidi tra Fini e Tremonti sulle deleghe. Dopodomani, assente Tremonti, sarà il Presidente del Consiglio a vedersela con il leader di An.
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