Da Corriere della Sera del 24/04/2004

Economia, Fini perde la sfida con Tremonti

Salta l’accordo sulle deleghe, se ne parlerà dopo le Europee. «Mai così netta la frattura tra di noi»

di Mario Sensini

ROMA - Un’altra fumata nera. L’ennesima. Questa volta, però, con la certezza matematica che nonostante la mediazione di Silvio Berlusconi la profonda lacerazione aperta nel governo e nella maggioranza dalla questione irrisolta delle deleghe al vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, sarà difficilissima da ricucire. Tanto difficile che, per scelta condivisa dal premier, non se ne riparlerà più fino a metà giugno, ad elezioni avvenute. E che fino ad allora, ovvero per tutta la durata della campagna elettorale, Fini ed Alleanza nazionale aspetteranno sull’Aventino. «Con le mani libere e non più vincolati», come dicono di sentirsi oggi, traditi dal mancato accordo sulle deleghe, «alle valutazioni di carattere economico e alle iniziative da prendere». Non poche e tutte molto delicate, a cominciare dal salvataggio dell’Alitalia, per finire con il piano di rilancio dell’economia. Il nervosismo di Alleanza nazionale è evidente, forse anche perché l’esito della battaglia per le deleghe, la sconfitta di Tremonti, è tutt’altro che scontata. In ogni caso, se l’insoddisfazione di An oggi non assume forme pubbliche ancor più clamorose, spiegano i fedelissimi di Gianfranco Fini, «è solo per senso di responsabilità». Ammettono altre priorità, a cominciare dal problema degli ostaggi, la stessa presenza militare italiana in Iraq, la partita che si gioca all’Onu per la nuova risoluzione. Ma non per questo «si può far finta di niente».

Una situazione troppo pesante da sopportare. «La frattura con Tremonti non è mai stata così netta e profonda», ha confidato ieri ai suoi colleghi di partito il vicepresidente del Consiglio. La collegialità nelle decisioni di politica economica resta il problema di fondo. Il ministro dell’Economia non vuole cedere poteri a Fini, che in base all’accordo con cui si è chiusa la verifica di governo, due mesi fa, avrebbe dovuto ricevere la delega per il coordinamento dell’economia, la responsabilità del Dipartimento degli Affari economici di Palazzo Chigi e la presidenza del Cipe. Togliendo molto a Giulio Tremonti, e qualcosa anche a Silvio Berlusconi, perché in fin dei conti è il presidente del Consiglio che garantisce il coordinamento della politica economica. Anche se, ha ricordato ieri Fini, il problema non è certo Berlusconi, cui va dato atto della massima buona volontà per risolvere la questione: «Ha tentato in ogni modo, non c’è riuscito».

Il vero e unico ostacolo, dice Fini, è il legittimo titolare del ministero dell’Economia. Che la pensa, ovviamente, in modo diametralmente opposto, convinto com’è che il vero nodo stia in realtà nei rapporti tra Fini e lo stesso Berlusconi. La battaglia per le deleghe di un vicepresidente del Consiglio, figura non prevista peraltro dalla nostra normativa, «che non è ministro e che vorrebbe esserlo senza farlo» come pare abbia detto ai suoi interlocutori, non lo convince affatto. Senza contare che, a dire di Tremonti, ci sarebbero rilevanti problemi di costituzionalità nella delega di alcuni specifici poteri al vicepresidente del Consiglio, a cominciare dalla guida del Cipe. Nella testa degli uomini di via XX Settembre circola perfino il sospetto che dietro l’alzata di scudi di An sulle deleghe si celi in realtà la volontà di mollare la partita dell’economia, che in questo momento riserva certo più dolori che piaceri.

Si vedrà dopo le elezioni. Nel frattempo, con An «svincolata» e una mole non indifferente di grane economiche da risolvere, per Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sarà comunque dura. «Diremo la nostra, senza troppi problemi» ribattono da Via della Scrofa, dove si preparano alla battaglia «caso per caso», anche se l’elenco delle «cose che non vanno» è già lungo.

Il salvataggio dell’Alitalia, tanto per cominciare. Ma anche la trasformazione dei contributi a fondo perduto alle imprese della legge 488 in prestiti rimborsabili, che Tremonti vuole assolutamente portare a casa con la prossima Finanziaria. C’è il problema dei rapporti con i sindacati «che non possono essere marginalizzati nel dibattito sulle scelte da compiere». Quello del rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. C’è, soprattutto, da impostare il piano di rilancio dell’economia, al quale il ministro dell’Economia lavora da tempo in stretto contatto con il presidente del Consiglio. Berlusconi e Tremonti sono sempre più convinti della necessità di dare una scossa con nuovi sgravi fiscali che aiutino i consumi, da finanziare tagliando i trasferimenti alle imprese. Fini ha altre idee, ma su quel piano si giocherà gran parte della campagna elettorale. E i conti si faranno dopo il 13 giugno.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

Disgelo con Domenico Siniscalco, chiamato Mimmo in conferenza stampa "Questa è una svolta storica"
E il Cavaliere torna a sorridere "Ma io sogno ancora 2 aliquote"
di Concita De Gregorio su La Repubblica del 27/11/2004
Sulle tasse Pera attacca Casini
"Maastricht non sia una scusa". L´Ulivo: è scontro istituzionale
di Giovanna Casadio su La Repubblica del 22/11/2004
 
Cos'� ArchivioStampa?
Una finestra sul mondo della cultura, della politica, dell'economia e della scienza. Ogni giorno, una selezione di articoli comparsi sulla stampa italiana e internazionale. [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Sponsor
Contenuti
Notizie dal mondo
Notizie dal mondo
Community
• Forum
Elenco degli utenti

Sono nuovo... registratemi!
Ho dimenticato la password
• Sono già registrato:
User ID

Password
Network
Newsletter

iscriviti cancella
Suggerisci questo sito

Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Comune di Roma

Questo progetto imprenditoriale ha ottenuto il sostegno del Comune di Roma nell'ambito delle azioni di sviluppo e recupero delle periferie

by Mondo a Colori Media Network s.r.l. 2006-2024
Valid XHTML 1.0, CSS 2.0