Da Corriere della Sera del 10/04/2004
In prima linea
I nuovi «mercenari» Un esercito privato di 20.000 vigilantes
Ex marines o funzionari della Cia in pensione. Ma ci sono anche italiani esperti di sicurezza
di Davide Gorni
Marines, berretti verdi, rangers, esperti in antiterrorismo, funzionari della Cia, veterani. Americani, tutti in pensione o dimissionari. Ex ufficiali Sas, le truppe d’intervento britanniche, uomini dello spionaggio dell’ex Urss, piloti ucraini, gurkha nepalesi, forze speciali pachistane, curde, sudafricane. Tutti addestrati in azioni di guerriglia e controguerriglia. Ma anche ex militari, ex paracadutisti o ex poliziotti dei Paesi europei. Persino italiani. Sono i nuovi mercenari. I soldati di ventura che il presidente americano George W. Bush non ha esitato a definire freedom fighters , combattenti per la libertà. I corpi di outsourcing della sicurezza, alternativi agli eserciti ufficiali: una contromilizia che fa capo alle Pmc, le Private military companies , le società private per la sicurezza. Uomini senza nome, senza divisa, senza bandiera: per lo più «riciclati» dai corpi militari speciali in ogni angolo del mondo. Chiamati a compiti di difesa, impegnati in missioni di peacekeeping e di stabilizzazione nelle aree dilaniate da sanguinosi conflitti: pronti ad assistere e a sostenere i governi nel periodo di transizione democratica. Ma soprattutto soldati che non soffrono la pressione psicologica e lo stress che si fanno sentire tra i ranghi delle truppe ufficiali in prima linea.
In Iraq sono almeno ventimila i «guerrieri aziendali», che arrivano a guadagnare fino a mille dollari al giorno. Dunque un esercito, ben retribuito: anzi per l’ Independent inglese la seconda forza d’intervento dopo quella americana. Lo stesso proconsole Usa Paul Bremer è difeso, oltre che da militari regolari, da bodyguard di una delle circa quaranta società private statunitensi. Loro si definiscono «consulenti», addestrati a operazioni ad altissima percentuale di rischio. In Iraq presidiano pozzi di petrolio, pipeline, raffinerie, installazioni strategiche. Ma sono anche incaricati alla sicurezza di ministeri, uomini politici, ingegneri delle 400 imprese che operano per la ricostruzione.
L’origine delle società private di sicurezza risale «all’inizio degli anni Novanta, in Sudafrica», spiega Gabriella Pagliani, docente alla facoltà di Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano. Le Pmc sono nate «dallo sgretolamento dell’impero sovietico e dalla fine della guerra fredda, che hanno fornito una grande quantità di uomini e di armi, e dalla forte contrazione degli arruolamenti negli eserciti regolari». In Italia non esistono ufficialmente i mercenari da inviare in missione all’estero, «ma non è detto che ex militari siano impegnati in questa redditizia professione».
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