Da Corriere della Sera del 26/02/2004

Greenspan: ripresa solida. E Schroeder richiama la Bce

di Ennio Caretto

WASHINGTON - E' tempesta sulle due sponde dell'Atlantico. Una tempesta che fa calare l'euro a 1,2499 dollari quando si diffonde la voce che la Banca centrale europea ridurrà i tassi o interverrà sui mercato monetari insieme con la Banca del Giappone per fare apprezzare il biglietto verde americano e rianimare così le emaciate economie dei Paesi dell'Ue. E che spinge Alan Greenspan, il governatore della Banca centrale Usa (Federal Reserve) a denunciare l'enorme deficit di bilancio dello Stato, 521 miliardi di dollari quest'anno, e il fatto che non vi sono incluse le tremende spese della guerra e della ricostruzione dell'Iraq.

Il nume finanziario non lo dice apertamente, ma fa capire che se nessuno prenderà misure dovrà rialzare gli interessi. All’improvviso, l'orizzonte di Bush si oscura: il presidente rischia di uscire dai binari su cui corre, il generosissimo credito interno e la svalutazione della divisa americana, proprio durante la campagna elettorale.

Ieri Bush deve essersi sentito colto tra l'incudine e il martello. L'incudine, Greenspan, lo ha ammonito che il disavanzo pubblico mette a rischio la ripresa e ha proposto di colmarlo non aumentando le tasse, cosa che la frenerebbe, ma riducendo l'assistenza sanitaria e le pensioni. Il martello, il cancelliere tedesco Gerhard Schröder, ha annunciato che domani, visitando la Casa Bianca, caldeggerà il graduale deprezzamento dell'euro. Un duplice colpo per Bush in un momento inopportuno: a gennaio le vendite delle case, uno dei motori dell'economia, sono scese del 5,2%, e a febbraio l'indice di fiducia dei consumatori è precipitato.

La testimonianza di Greenspan al Congresso ha suscitato allarme. Il leader della Fed ha ripetuto che quest'anno l'economia «è partita bene e la crescita appare sostenuta». Ma ha aggiunto che la congiuntura favorevole «è minacciata dal deficit del bilancio e il gap va chiuso urgentemente». Anziché aumentare le tasse, «intervento di cui è difficile valutare i rischi», l'amministrazione Bush dovrebbe ridurre la spesa. Greenspan ha ricordato che tra quattro anni incominceranno ad andare in pensione 77 milioni di « baby boomers » figli del boom delle nascite del dopoguerra, «un drastico cambiamento demografico che inciderà molto sulle risorse nazionali». Ha concluso che «senza un'azione diretta ed efficace sull'assistenza sanitaria e le pensioni il loro peso diverrebbe insostenibile».

La Casa Bianca è egualmente preoccupata della ipotesi di un riallineamento dei cambi. Per la prima volta dall'arrivo di Trichet alla Bce, Schröder ha parlato apertamente di un’azione della banca per il deprezzamento dell'euro: dietro la presa di posizione del cancelliere c'è la fragilità della ripresa tedesca, evidenziata dalla bassissima inflazione, lo 0,9% all’ultimo rilevamento. L'ipotesi si è rafforzata quando Market Watch, citando fonti anonime della Bce, ha riferito che l'euro a 1,35 dollari sarebbe una soglia invalicabile, mentre la Banca centrale europea non esclude un intervento con il Giappone sul dollaro e già il 4 marzo discuterà di una riduzione dei tassi, attualmente al 2% contro l'1% negli Usa. I mercati hanno considerato la notizia verosimile, e l'euro è sceso. E' probabile che Bush temporeggi sia con Greenspan sia con Schröder. Se proponesse tagli al sistema sanitario e pensionistico farebbe il gioco dei democratici, che lo accusano di seguire una politica di deficit per poi smantellare il welfare. E se collaborasse alla rivalutazione del dollaro, danneggerebbe l'export Usa e aggraverebbe il disavanzo commerciale. Ma in questo caso, Greenspan sarebbe costretto a rialzare i tassi, e l'Europa ad agire unilateralmente.

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