Da La Repubblica del 24/02/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/berlusport/boomerang/...

Le esternazioni del Cavaliere e l'effetto boomerang

di Michele Serra

L'ALTRA sera, mentre la telecamera passava in rassegna i volti costernati del conduttore, degli ospiti e del pubblico della Domenica sportiva, subissati dalla interminabile e incredibile telefonata autocongratulatoria del multipresidente Silvio Berlusconi, per un attimo si è avuta la sensazione (ottima) di un colmo raggiunto. Le facce e gli sguardi esprimevano (non tutte, ma in larga prevalenza) un concetto molto semplice, molto umano, molto popolare: che due palle! Se l'indignazione politica, molto praticata a sinistra, è un atteggiamento nobile ma elitario, e richiede il supporto di una cognizione istituzionale non sempre reperibile nei mercati rionali, il "che due palle" ha invece l'invincibile volgarità, e vitalità, dei sentimenti di maggioranza.

Se a recalcitrare sotto i bastoni e le carote del premier non sono più solo gli intellettuali antipatici, ma i simpatici esperti di moviola, e il pubblico casuale e apolitico di uno studio televisivo milanese (che ha salutato l'intervento riparatorio di Lucia Annunziata con uno scrosciante applauso di liberazione), allora significa che, appunto, forse il colmo è davvero raggiunto.

Mentre Berlusconi diceva io qui, io là, io su, io giù, schierava formazioni, indicava tattiche, vantava vittorie, mulinava il libretto degli assegni (un vero signore), evocava valorose gesta giovanili, ventilava nuovi trionfi, il televisore effondeva la sensazione di un delirio finalmente percepibile anche dal famoso "ventre" del Paese al quale, dicono, Berlusconi intende rivolgersi nel tentativo di rovesciare, antipoliticamente, una partita politica ormai quasi perduta.

Siano davvero i famosi e spettrali "focus" reclutati tra la "gente comune" a orientare le parole del premier, o sia solamente il suo abnorme ego, la sortita domenicale odorava tremendamente di collasso tecnico-tattico. Non tutti, davanti al televisore, erano tenuti a sapere che parte degli ospiti non osava contraddire Berlusconi perché è alle sue dirette dipendenze (anche a queste assurdità conduce il forsennato conflitto di interessi: la chiacchiera calcistica porta la mordacchia tanto quanto quella politica).

Non tutti erano tenuti a conoscere l'atmosfera di cupo controllo che regna in Rai, e certo non facilita la spontaneità e la saldezza di conduttori e programmisti. Non tutti, facendo due più due più due, potevano calcolare sul momento da quale pazzesco cumulo di poteri (istituzionale, politico, mediatico, economico, calcistico) risuonava quella voce minacciosamente cordiale. Tutti, però, potevano benissimo percepire l'ingombro esagerato di quella presenza sussiegosa, di quella orgogliosa petulanza (interrompeva tutti, correggeva tutti), soprattutto di quella incredibile raffica di "io" che costituisce il traliccio attorno alla quale il premier appende ogni sua bandiera.

C'è uno zoccolo duro di fedelissimi che avrà sicuramente apprezzato la dottrina calcistica del presidente del Milan, e altrettanto sicuramente non avrà colto la malacreanza di un cazziatone rivolto in pubblico al suo dipendente Ancelotti (uno dei tanti, spiace dirlo, che tiene le spalle curve quando parla il principale). Ma attorno a quello zoccolo incoercibile si avverte l'erosione da sfinimento che l'assalto mediatico del premier rischia di provocare, o sta già provocando, proprio in quella "gente comune" che della propaganda berlusconiana è il target più appetito, ma anche il più volubile.

Sbucare da ogni cantone, da ogni video vantandosi di essere Berlusconi alla lunga suscita, anche nei passanti più distratti, un senso di indifferenza prima, di saturazione poi, infine di esasperazione. E tra gli ingredienti più importanti dell'umor popolare c'è quella variante primaria del buon senso che è il senso del limite. Anche il più potente dei Grandi Fratelli ci mette un attimo a diventare solo un anziano zio invadente. E tra un po', quando ci ripeterà per la miliardesima volta che lui ha vinto la Champion's League per via delle due punte, nei tinelli italiani saranno in molti a cambiare canale per via delle due palle.

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