Da La Repubblica del 15/02/2004
Originale su http://www.repubblica.it/2003/h/sezioni/economia/pil/indagi/indagi.html
Iniziativa del ministero delle Attività Produttive. Marzano: in tempi brevi i risultati dell'analisi sui prezzi
Marzano: "Un'indagine sui dati dell'Istat"
Ancora al centro delle polemiche il confronto tra inflazione ufficiale e inflazione "percepita"
di Luisa Grion
ROMA - Lo avevano difeso assicurando che i suoi metodi erano gli unici giusti, gli unici validi, i soli in grado di misurare davvero l'andamento del costo della vita. Ora, anche all'interno del governo, qualche dubbio deve essere sorto. Il ministro Marzano ha deciso di fare un'indagine sui metodi usati dall'Istat e dagli altri istituti di ricerca per rilevare l'inflazione.
L'incarico è stato dato alla "Commissione di garanzia sulla formazione statistica" e i risultati della relazione saranno comunicati, in tempi brevi, a tutti gli italiani.
La parola quindi - dopo la marea di polemiche che investe l'Istituto ogni volta che rileva percentuali d'aumento dimezzate rispetto a quelle "percepite" - passa ai commissari. Troppo forte lo scarto fra il costo della vita ufficiale e quello denunciato dai consumatori.
Troppo delicato il tema per non dare importanza alla loro rabbia. Marzano, il ministro che solo qualche giorno fa aveva accusato l'Eurispes di "demonizzare un istituto serio come l'Istat" chiedendosi anche quanto l'Eurispes stesso fosse "scientificamente attendibile e politicamente indipendente", ha deciso di cambiare strategia, pur non rinunciando a spendere una buona parola nei confronti dell'istituto centrale di statistica. "Trovo un po' patetico - ha detto - che vengano evidenziati i dati Istat che tornano comodi e si ricorra ad altri istituti per quelli che invece non piacciono. I dati o si accettano o non si accettano".
Comunque sia non sarà la relazione dei commissari a calmare la tensione che sta crescendo attorno al carovita. Un nuovo attacco al fronte dei prezzi è partito ieri dalla Unione dei Consumatori che ha ragionato sull'euro, sul dollaro e sul costo della benzina.
In un anno e mezzo - rileva l'associazione - la moneta unica si è apprezzata di oltre il 53 per cento sulla valuta americana, mentre il prezzo del greggio è cresciuto di circa il 20 per cento. "Resta un margine di ribasso del 30 per cento che non è stato applicato - dice l'Unione - se così fosse si tradurrebbe in un risparmio fino a 9 centesimi sul prezzo della benzina e del gasolio da autotrazione". Più o meno 4 euro di risparmio al pieno. Consiglio che le compagnie non sembrano disposte ad accettare: l'Unione petrolifera ha piuttosto sottolineato che la recente decisione dell'Opec di tagliare la produzione di petrolio di un milione di barili al giorno (a partire dal primo di aprile) rischia di ripercuotersi anche sul prezzo della benzina.
Anche per l'Intesa dei consumatori il quadro è nero.
Secondo loro "Il 2003 è stato l'anno più drammatico per le famiglie italiane" durante il quale "l'elevato aumento dei prezzi ha bruciato il potere d'acquisto di oltre 1.600 euro", la crescita economica si è "azzerata", il risparmio tradito "ha bruciato miliardi di euro di oltre 800mila famiglie". Che fare? L'Intesa suggerisce: avviare una immediata svolta nella politica economica, applicare interventi decisi sui prezzi e anche sulle tariffe.
L'incarico è stato dato alla "Commissione di garanzia sulla formazione statistica" e i risultati della relazione saranno comunicati, in tempi brevi, a tutti gli italiani.
La parola quindi - dopo la marea di polemiche che investe l'Istituto ogni volta che rileva percentuali d'aumento dimezzate rispetto a quelle "percepite" - passa ai commissari. Troppo forte lo scarto fra il costo della vita ufficiale e quello denunciato dai consumatori.
Troppo delicato il tema per non dare importanza alla loro rabbia. Marzano, il ministro che solo qualche giorno fa aveva accusato l'Eurispes di "demonizzare un istituto serio come l'Istat" chiedendosi anche quanto l'Eurispes stesso fosse "scientificamente attendibile e politicamente indipendente", ha deciso di cambiare strategia, pur non rinunciando a spendere una buona parola nei confronti dell'istituto centrale di statistica. "Trovo un po' patetico - ha detto - che vengano evidenziati i dati Istat che tornano comodi e si ricorra ad altri istituti per quelli che invece non piacciono. I dati o si accettano o non si accettano".
Comunque sia non sarà la relazione dei commissari a calmare la tensione che sta crescendo attorno al carovita. Un nuovo attacco al fronte dei prezzi è partito ieri dalla Unione dei Consumatori che ha ragionato sull'euro, sul dollaro e sul costo della benzina.
In un anno e mezzo - rileva l'associazione - la moneta unica si è apprezzata di oltre il 53 per cento sulla valuta americana, mentre il prezzo del greggio è cresciuto di circa il 20 per cento. "Resta un margine di ribasso del 30 per cento che non è stato applicato - dice l'Unione - se così fosse si tradurrebbe in un risparmio fino a 9 centesimi sul prezzo della benzina e del gasolio da autotrazione". Più o meno 4 euro di risparmio al pieno. Consiglio che le compagnie non sembrano disposte ad accettare: l'Unione petrolifera ha piuttosto sottolineato che la recente decisione dell'Opec di tagliare la produzione di petrolio di un milione di barili al giorno (a partire dal primo di aprile) rischia di ripercuotersi anche sul prezzo della benzina.
Anche per l'Intesa dei consumatori il quadro è nero.
Secondo loro "Il 2003 è stato l'anno più drammatico per le famiglie italiane" durante il quale "l'elevato aumento dei prezzi ha bruciato il potere d'acquisto di oltre 1.600 euro", la crescita economica si è "azzerata", il risparmio tradito "ha bruciato miliardi di euro di oltre 800mila famiglie". Che fare? L'Intesa suggerisce: avviare una immediata svolta nella politica economica, applicare interventi decisi sui prezzi e anche sulle tariffe.
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